giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro

Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro

Ogni seconda domenica di ottobre si celebra la Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro, per tenere alta l’attenzione sull’importanza del tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Quest’anno, dunque, la ricorrenza cade il 10 del mese.

La giornata era stata inizialmente istituita nel 1950 e veniva celebrata il 19 marzo dalla Anmil, l’Associazione nazionale mutilanti e invalidi del lavoro, per promuovere i diritti delle vittime del lavoro e garantire una maggiore tutela della salute dei lavoratori. Successivamente, nel 1998, con un Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri e sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, la giornata nazionale è stata istituzionalizzata, fissandola così alla seconda domenica del mese di Ottobre.

Incidenti sul lavoro: qualche dato.

Il 2020 è stato un anno particolare, a causa della pandemia che ha investito il Paese. Si sono registrati meno casi di infortunio sul lavoro rispetto all’anno precedente (554.340 infortuni nel 2020 contro i 641.638 del 2019, con un calo del 13,6%), ma più decessi (1.270 decessi nel 2020 contro i 1.089 del 2019, con un incremento del 16,6%). Teniamo conto che circa un quarto delle denunce e un terzo dei casi mortali sono dovuti al contagio da Covid-19 che l’Inail inquadra nella categoria degli infortuni sul lavoro, come avviene anche per altre patologie. (Nota bene: i dati del 2020 potrebbero essere sottostimati).

Sanità e assistenza sociale: “dai 27.500 casi del 2019 agli oltre 84.000 del 2020”

La conferma chiara dell’impatto dell’emergenza Coronavirus sull’andamento infortunistico del Paese la abbiamo osservando la Sanità e l’assistenza sociale dove i casi si sono triplicati. In questi settori, infatti, le denunce di infortunio si sono triplicate e quasi tre quarti dei casi hanno riguardato il contagio da Coronavirus. L’aumento è del 206% (dai circa 27.500 casi del 2019 agli oltre 84mila del 2020), con una punta massima del 705% a novembre.

E nel 2021?

In soli sette mesi, da gennaio a luglio, ci sono state già 677 morti sul lavoro. Meno rispetto al 2020 (-5,4%), segnato dai contagi da Covid-19 nei luoghi di lavoro, ma 78 in più rispetto al 2019 e 96 in più rispetto al 2018.

Siamo nell’era dell’innovazione, eppure si continua a morire di lavoro. I numeri sono molto alti e preoccupanti. Ogni luogo di lavoro dovrebbe avere i propri rappresentanti della sicurezza, invece assistiamo ad una continua gara al ribasso, a logiche di risparmio che penalizzano il lavoro anche negli aspetti più elementari come la salute e la sicurezza della persona. Abbiamo bisogno di fare un vero e proprio salto culturale, per smettere di considerare la sicurezza sul lavoro un costo invece che un investimento.