Lucia Muto, del Centro nazionale Rifiuti di Ispra, fornisce un quadro della diffusione di questo strumento che incentiva i cittadini ad adottare comportamenti “green”
Cos’è e come funziona la tariffa puntuale per i rifiuti?
La tariffa puntuale rappresenta un sistema di calcolo della tariffa rifiuti (Ta.Ri.P) legato alla reale produzione di rifiuti, non basandosi più solo sul metodo presuntivo e sul criterio dei metri quadrati dell’immobile, ma anche sulla quantità di rifiuti prodotti e differenziati. In sostanza l’utente paga per quanto rifiuto indifferenziato produce; meno rifiuti indifferenziati produce, meno paga. Il sistema che si configura con l’applicazione della tariffazione puntuale risulta senza dubbio molto più equo, in quanto va a premiare i comportamenti virtuosi che si traducono nel differenziare correttamente i materiali riciclabili e nel ridurre, conseguentemente, al minimo i rifiuti non riciclabili. Questo sistema di tariffazione è considerato tra gli strumenti più idonei ad assicurare la corretta applicazione della gerarchia europea per la gestione dei rifiuti. Inoltre, risponde pienamente ai principi europei “chi inquina paga” e “paga per quello che butti (PAYT – “Pay-As-You-Throw”)”, in quanto basato sull’utilizzo di sistemi di rilevazione e quantificazione della produzione dei rifiuti, riferiti a ogni singola utenza servita. La scelta da parte dei soggetti interessati di investire sul sistema della tariffazione puntuale risulta essere una strategia virtuosa che implica un radicale mutamento di prospettiva: il passaggio da un sistema economico “lineare” a uno “circolare”.
Come si verificano la quantità e la qualità di raccolta differenziata fatta da ciascuna famiglia?
Presupposto necessario per una efficiente raccolta differenziata è una informazione capillare e dettagliata da fornire ai cittadini. Altro ruolo rilevante è rappresentato dal servizio offerto che non deve assolutamente appesantire l’operato degli utenti. In relazione alla verifica della quantità è essenziale l’applicazione di un sistema di misurazione che può essere diretto, tramite pesatura, o indiretto tramite ad esempio il monitoraggio degli svuotamenti dei contenitori messi a disposizione degli utenti.
Nei Comuni che l’adottano, come cambiano i dati sulla percentuale di raccolta differenziata e di produzione pro capite di rifiuti?
Si riportano i valori rilevati in merito, per alcune città che hanno adottato la tariffazione puntuale.
Per i comuni di Reggio nell’Emilia, Trento e Parma si è registrato un valore di raccolta differenziata pari rispettivamente a:
- 82,86%, 82,54% e 81,64% – anno 2019
- 84,68%, 81,25% e 82,73% – anno 2020
Dal confronto dei dati si riscontra un aumento della Raccolta differenziata per Reggio nell’Emilia, Parma mentre per Trento si evidenzia una leggera diminuzione.
Per quanto concerne invece la produzione pro capite di rifiuto urbano si sono registrati, rispettivamente, valori pari a:
- 696,85 kg/ab, 469,85 kg/ab e 570,26 kg/ab – anno 2019
- 677,30 kg/ab, 426,85 kg/ab e 555,86 kg/ab – anno 2020
Per tutte le città considerate si registra una diminuzione del pro capite.
Si riportano, per gli stessi anni, i dati di Raccolta differenziata registrati per le città Ferrara, La Spezia e Lucca.
In particolare, si sono rilevati valori rispettivamente pari:
- 85,94%, 74,88% e 81,01% – anno 2019
- 87,34%, 75,26% e 81,10% – anno 2020
Per gli stessi anni i dati rilevati di produzione pro capite delle città di Ferrara, La Spezia e Lucca, sono rispettivamente i seguenti:
- 633,65 kg/ab, 489,80 kg/ab e 670,75 kg/ab – anno 2019
- 613,15 kg/ab, 487,16 kg/ab e 641,29 kg/ab – anno 2020
Per queste città i dati mostrano un aumento della raccolta differenziata e una diminuzione del pro capite.
Più si differenziano e si riciclano i rifiuti, minore sarà il quantitativo da avviare allo smaltimento. Quali sono le ricadute positive di un sistema di questo tipo?
Le ricadute sono tutte positive. In particolare, in termini ambientali, al raggiungimento degli obiettivi fissati in ambito europeo ne consegue l’attuazione dell’economia circolare, ovvero, i rifiuti sottoposti ad un’operazione di riciclaggio diventano una risorsa e pertanto rientrano come materia prima nei cicli produttivi e non vengono, come nel caso del modello di economia lineare, avviati in discarica. In termini economici si ha un impatto positivo sulle utenze che vedono una riduzione della tariffa a loro applicata, a motivo di maggiori ricavi derivanti dalla vendita di materiale o di energia. In relazione allo smaltimento in discarica, merita evidenziare l’obiettivo da raggiungere fissato dalla UE entro il 2035, posto pari al 10%. Nell’anno 2020, i quantitativi di rifiuti urbani complessivamente smaltiti in discarica ammontano al 20% del quantitativo dei rifiuti urbani prodotti a livello nazionale (circa 28,9 milioni di tonnellate). Rispetto alla rilevazione del 2019, si registra una riduzione del 7,4%.
Cosa occorrerebbe migliorare per aumentare la diffusione di questa “tariffa incentivante”?
Per una maggiore diffusione, si potrebbe mettere in atto una informazione capillare presso le amministrazioni locali, tesa a dar risalto agli aspetti positivi in termini ambientali e di cittadinanza. Una cittadinanza che vede premiato l’impegno è molto propensa ad una partecipazione attiva. Nello stesso tempo si potrebbe rendere obbligatoria, attraverso strumenti normativi, l’applicazione della tariffazione puntuale per classi di popolazione.
Quali sono le esperienze più virtuose che come Ispra avete raccolto?
Ispra elabora i dati desunti da Modello Unico di Dichiarazione Ambientale fornendo una fotografia del periodo che sta analizzando ed esamina l’evoluzione dello specifico dato negli anni. Al riguardo, si riportano alcuni dati registrati della raccolta differenziata per le città di Ferrara, La Spezia e Lucca. Dal 53,04% nel 2015 e all’87,34% nel 2020 per la città di Ferrara, per La Spezia si è registrato una Raccolta differenziata, nel 2015, del 39,41% e nel 2020 del 75,26% infine per Lucca dal 63,41% al 81,1%. Si evidenzia che queste città hanno adottato la tariffazione puntuale.
Come possono i cittadini sollecitare il proprio Comune ad aderire?
I cittadini possono sensibilizzare l’organo politico attraverso comitati di quartiere, associazioni tra le quali quelle ambientaliste, petizioni popolari.
Trasformare i rifiuti da problema a risorsa è innanzitutto una sfida culturale. Cosa bisognerebbe fare per andare sempre più in questa direzione?
L’informazione al cittadino riveste un ruolo determinante, in quanto le azioni da esso intraprese sono di fondamentale importanza per il perseguimento degli obiettivi finalizzati a una efficiente Raccolta differenziata. Di pari importanza sono le azioni che devono intraprendere le amministrazioni nel facilitare le azioni dei cittadini. Vedere i “rifiuti come una risorsa” è una sfida culturale che si può vincere solamente attraverso un coinvolgimento sinergico di tutti gli attori che, pur avendo motivazioni diverse, contribuiscono complessivamente agli stessi obiettivi.
di Valerio Ceva Grimaldi