Vita di un vigile del fuoco, tra soccorsi e incendi in aumento

Vita di un vigile del fuoco, tra soccorsi e incendi in aumento

Quella del vigile del fuoco è una professione che nello scenario collettivo rappresenta sicurezza. Una figura sempre molto amata perché – a differenza di altre – più che delle regole si occupa di tutelare la vita e la sicurezza delle persone. Un porto sicuro, potremmo dire. Ma non è tutto rose e fiori per questi professionisti al servizio della collettività, tra incendi in aumento, rischio di infortunarsi o di ammalarsi in servizio. Quali sono oggi le criticità di un vigile del fuoco?

Nel 2021 i vigili del fuoco hanno subito 1.521 infortuni sul lavoro, quasi 2 ogni mille interventi. Di questi, oltre la metà sono avvenuti durante operazioni di soccorso tecnico urgente. E si tratta spesso di infortuni importanti, se pensiamo che 1.209 casi hanno richiesto una prognosi superiore ai 30 giorni. Le parti del corpo più vulnerabili si sono rivelate essere le gambe e il busto (rappresentando ognuna il 30% di tutti gli episodi di infortunio). Anche il Covid ha fatto la sua parte. Tra i vigili del fuoco, infatti, tra il 2020 e il 2021 ci sono stati 5.556 casi di contagio (il 17% del personale).

Ma per comprendere meglio i rischi a cui questi professionisti al servizio della collettività sono sottoposti, proviamo a scattare una fotografia delle attività, i compiti e le responsabilità di un vigile del fuoco. Nel 2021 i nostri vigili del fuoco sono stati coinvolti in più di 900 mila interventi di soccorso tecnico urgente (nel 2013 erano poco più di 700 mila). Circa un terzo di questi ha riguardato casi di incendio e di esplosioni. Stiamo parlando di un totale di oltre 260 mila interventi solo per lo scoppio di incendi. E dobbiamo immaginare che per ognuno di questi interventi la durata media del soccorso supera i 70 minuti. Le regioni più colpite sono state la Sicilia (con quasi 39 mila interventi), la Puglia (quasi 30 mila), la Lombardia (oltre 26 mila), la Campania e il Lazio (oltre 24 mila).

Ciononostante, sembra incredibile ma i vigili del fuoco non sono coperti dall’assicurazione Inail sugli infortuni e le malattie professionali come il resto dei lavoratori del Paese. Proprio loro che svolgono compiti così delicati e rischiosi, al servizio della collettività, sono esclusi da tale copertura. Un incidente? Dovranno provvedere di tasca propria, in attesa di un eventuale rimborso da parte di un’assicurazione privata – voluta dalla loro Amministrazione – solo nel caso in cui l’episodio venga classificato come infortunio sul lavoro.

Ma a mettere a rischio un vigile del fuoco non è solo il pericolo di infortuni. C’è anche il problema delle malattie professionali. È infatti ormai cosa nota che durante gli interventi di soccorso – in particolare proprio quelli per lo scoppio di incendi ed esplosioni – i vigili del fuoco rischiano di entrare a contatto con sostanze tossiche. L’inalazione, l’ingestione o il semplice accostamento alla pelle di tutte le polveri e le particelle tossiche sviluppate dagli incendi, con le quali un vigile del fuoco entra ordinariamente a contatto, possono essere causa di danni per la sua salute. Gli stessi indumenti protettivi, se non accuratamente trattati, possono essere veicolo di contagio. “L’Agenza internazionale per la ricerca sul cancro ha classificato l’esposizione professionale del Vigile del Fuoco come cancerogena – ci spiega Raffaele Cozzolino, vigile del fuoco della Fp Cgil che sta seguendo il tema e che in questi anni, insieme al sindacato, porta avanti una battaglia affinché si ponga attenzione sul problema. Non esistono indagini epidemiologiche che tengano conto della mortalità e dell’incidenza tumorale nella nostra categoria. Non esiste nessuna statistica o raccolta dati sulle malattie che colpiscono i lavoratori. E, inoltre, se un vigile del fuoco si ammala deve dimostrare che la sua patologia è correlata al lavoro”. La Fp Cgil è andata a presentare la sua battaglia fino al Parlamento europeo. “Non ci fermeremo fino a quando il problema non sarà risolto – commenta Mauro Giulianella, Coordinatore nazionale Fp Cgil Vigili del Fuocoe a questi professionisti non verrà riconosciuta una degna assicurazione contro infortuni e malattie professionali, un sistema di monitoraggio e di raccolta dati. Ma soprattutto non ci fermeremo finché non sarà posta una doverosa attenzione da parte dell’Europa e del nostro Paese al rischio che corre un vigile del fuoco di ammalarsi mentre tiene in sicurezza le persone e salva loro la vita, mettendo a rischio la propria”.

 

di Martina Bortolotti