Villone: "Ecco come la caduta del governo impatterà sui cittadini"

Villone: “Ecco come la caduta del governo impatterà sui cittadini”

Ci prepariamo ad una fine dell’estate del tutto inedita: un agosto di campagna elettorale ed elezioni settembrine. Una fase delicata in cui il governo dovrà concentrarsi su provvedimenti da portare a termine e scadenze da rispettare. Su tutte c’è quella della prossima Legge di bilancio. Il Governo attuale rimarrà in carica fino alla formazione del prossimo esecutivo e si troverà quindi a gestire le prossime incombenze. Il costituzionalista Massimo Villone, professore emerito di Diritto costituzionale nell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, ci aiuta a comprendere meglio i limiti di azione dell’esecutivo uscente, nonché le tappe ravvicinate e i compiti che attendono un nuovo governo.

Quale è il raggio d’azione di un esecutivo in queste condizioni? Cosa può fare e cosa no?

La formula che si usa è quella del “disbrigo degli affari correnti”, che non ha una precisa definizione a livello normativo. Da un punto di vista dottrinario gli affari correnti comprendono gli atti che un qualunque governo potrebbe fare a prescindere dalla colorazione politica. Ci sono almeno due categorie di atti che vi rientrano: quelli oggettivamente urgenti e non differibili (per esempio, se ci fosse un terremoto ovviamente il governo potrebbe fare un decreto legge per l’emergenza) e poi gli atti che sono assoggettati a scadenza, come per esempio quelli per l’attuazione del Pnrr. Laddove ci sono urgenze, emergenze e scadenze il governo può andare avanti. Le cose che riflettono scelte politiche è meglio lasciarle alla futura composizione del Parlamento e alla futura maggioranza.

Quindi il Pnrr è salvo? O dobbiamo avere dei timori?

È salvo nella misura in cui si guarda ad atti che sono assoggettati a termini di scadenza. È un’area grigia che viene precisata con una direttiva del Presidente del Consiglio che indirizza ministri, sottosegretari e viceministri, con un elenco di atti che si possono fare.

Cosa accadrà ai provvedimenti rimasti di fatto in un limbo, come il taglio dell’iva, lo sconto sulle accise della benzina o il taglio agli oneri di luce e gas?

È da vedere. I decreti che sono stati già fatti e sono in attesa della conversione in legge da parte del Parlamento possono andare avanti; se si tratta di cose nuove è opinabile che si possano fare. Io suppongo, comunque, che se il governo farà un altro decreto aiuti alle famiglie e alle imprese nessuno si opporrà.

Però il decreto Aiuti potrebbe avere un orientamento politico, per esempio più rivolto alle famiglie e meno alle imprese. A quel punto potrebbero nascere problemi.

Ovviamente sì. Potrebbero nascere dei problemi difficili da sciogliere perché poi non ci sarebbe la sede ed il contesto nei quali confrontarsi per una mediazione o una soluzione. Pensare che un Governo possa adottare provvedimenti controversi in piena campagna elettorale è pura fantasia. Non finirebbe bene.

Il 25 settembre ci sono le elezioni e subito dopo, fissata per il 15 ottobre, c’è la prima scadenza per la Legge di bilancio. Si rischia di non riuscire a rispettarla?

Tecnicamente no. La Legge di bilancio è soggetta ad un termine e se al 15 ottobre sarà ancora in carica questo Governo perché non si è riusciti a formarne uno nuovo, allora se ne occuperà quello attuale. Altrimenti, se nascerà in tempi brevi, sarà il nuovo esecutivo a farsene carico.

Secondo lei c’è il rischio dell’esercizio provvisorio?

Direi di no e la decisione di Mattarella di anticipare la data delle prossime elezioni va in questa direzione. L’esercizio provvisorio sarebbe un problema grave in un momento di crisi economica e sociale perché mette un freno ai poteri pubblici. Sarebbe da evitare.

In ogni caso ci saranno dei rallentamenti della “macchina” istituzionale del Paese. Che ricadute avranno sui cittadini?

Sul fatto che questa crisi di Governo fosse del tutto inopportuna, soprattutto considerando che siamo a pochissima distanza dal voto, non c’è alcun dubbio. Gli interessi elettorali hanno prevalso su quelli del Paese. Con tutte le urgenze e le emergenze che ci troviamo di fronte, non è proprio il massimo disporre di un Governo limitato agli affari correnti.

Alcuni Sindaci e Assessori comunali al bilancio hanno espresso la loro preoccupazione.

Giustamente, l’apprensione è comprensibile. È certo che ci sarà una stagione di incertezza e di possibili ritardi: qualche effetto negativo è da prevedere.

 

di Valerio Ceva Grimaldi e Matteo Mercuri