Telemedicina: i benefici di un progresso necessario

Telemedicina: i benefici di un progresso necessario

L’Agenzia Italiana per la Cooperazione e lo Sviluppo ha finanziato e avviato un progetto di Telemedicina con il Mozambico. Un progetto che vede coinvolte alcune delle realtà più solide impegnate nella cooperazione sanitaria con i paesi africani, come DREAM di Sant’Egidio, i medici con l’Africa (CUAMM) e l’Associazione Italiana per la Solidarietà tra i Popoli (AISPO). L’ultimo progetto che, insieme a tanti altri già promossi in tutto il mondo, conferma quanto questa forma di servizio sanitario abbia oramai preso piede e sia diventata indispensabile. Non solo per le popolazioni più fragili ed in difficoltà, ma anche per un Paese come il nostro, nel quale le carenze e le difficoltà da tamponare sono davvero tante.

I benefici di un progresso necessario

Quando parliamo di Telemedicina, molto semplicemente, intendiamo una modalità di erogazione di servizi di assistenza sanitaria tramite il ricorso a tecnologie innovative in situazioni in cui il professionista della salute e il paziente non si trovano nella stessa località. Un servizio che tuttavia, come riportano le linee guida del Ministero della Salute, non sostituisce la prestazione sanitaria tradizionale nel rapporto personale medico-paziente, ma la integra per migliorarne l’efficacia.

La telemedicina, come è stata definita dal Comitato economico e sociale europeo nel 2009, ha rappresentato e rappresenta tuttora una vera e propria rivoluzione culturale. I benefici di questa rivoluzione sono molteplici e già assodati. Primo tra tutti l’abbattimento di barriere date dalla distanza o problemi di mobilità. La Telemedicina in questo senso garantisce equità nell’accesso al servizio sanitario in quanto permette di raggiungere pazienti che si trovano in aree scarsamente raggiungibili come le comunità montane, le piccole isole o le aree rurali poco collegate alle città.

Con la Telemedicina è possibile garantire un’assistenza sanitaria in sicurezza, evitando ai pazienti di recarsi presso gli studi dei medici e degli specialisti, o presso le strutture di cura, e viceversa permette ai medici di seguire da remoto le persone che hanno in cura, garantendo quindi anche una continuità. Basta guardare queste evidenze per comprendere come la Telemedicina sia la risposta per rendere più semplice la collaborazione tra i diversi stakeholder che interagiscono lungo il percorso di cura dei pazienti, migliorare l’interazione medico-paziente e rendere tempestive le azioni da intraprendere, riducendo i rischi legati ad eventuali complicanze, il ricorso all’ospedalizzazione, i tempi di attesa e ottimizzando l’uso delle risorse disponibili.

I dispositivi tecnologici alla base della rivoluzione

Dalle visite mediche a distanza fatte via internet, al teleconsulto tra medici, fino ad arrivare alle applicazioni web e mobile per la trasmissione di informazioni relative al percorso di cura e alla rilevazione dei parametri vitali dei pazienti. È grazie a piattaforme di “collaboration in Cloud”, come Microsoft Teams, che oggi i medici e gli specialisti riescono a raggiungere i loro pazienti e a interagire con loro con le videochiamate, per effettuare visite. Dall’altro lato, i pazienti con questi strumenti possono condividere – in modo sicuro e conforme alla normativa – la documentazione con il medico (come referti e diagnosi pregresse), compilare eventuali moduli, fare domande, e in generale avere un rapporto continuativo con il proprio medico.

Esiste poi una gamma di piattaforme di Telemedicina multidisciplinari e pluripatologiche che integrano strumenti di gestione del paziente (storia clinica, Fascicolo Sanitario Elettronico, terapia, referti, ecc.) con canali di comunicazione multimediale (video, chat, email, SMS, assistenti virtuali, social network, Google home e Amazon Alexa), intelligenza artificiale per la valutazione dei sintomi dei pazienti, misurazioni di parametri vitali sincrone ed asincrone. Le piattaforme possono essere Saas o OnPremise e si può accedere anche da telefono attraverso browser o App.

Il caso portoghese

Un caso di successo esemplare è quello del Polo Ospedaliero portoghese Cova de beira, che sta utilizzando la soluzione Alert di tracciamento della salute basata su cloud, per monitorare i pazienti a rischio di insufficienza cardiaca. Il sistema di monitoraggio a distanza permette ai pazienti affetti da insufficienza cardiaca cronica di condividere quotidianamente le misurazioni dei parametri vitali (come temperatura corporea, livello di ossigeno nel sangue, pressione sanguigna, frequenza cardiaca, peso e attività) attraverso un dispositivo collegato tramite Bluetooth. Una volta raccolti, i dati vengono inviati tramite smartphone al sistema centralizzato di HopeCare (società portoghese) e archiviati in modo sicuro sulla piattaforma cloud Azure di Microsoft, in conformità con le normative vigenti. In questo modo si evita ai pazienti di doversi recare costantemente in ospedale.

Italia: la strada ancora da percorrere

Nel nostro Paese, che tra l’altro è stato il primo in Europa a dotarsi di un Progetto Nazionale di Telemedicina, tanta strada è stata fatta ma altrettanta ce n’è da fare per potenziare i servizi di sanità digitale. I ritardi sul PNRR ricadono inevitabilmente sullo sviluppo di questo settore e sulla costruzione delle infrastrutture necessarie ai territori per potenziare l’interoperabilità dei servizi. È stato previsto un numero importante di nuove strutture come le Centrali Operative Territoriali, le Case della Comunità e gli Ospedali della Comunità con tecnologie che dovrebbero garantire e supportare anche le pratiche della Telemedicina. Eppure, come sottolinea Agenas, siamo ancora molto lontani dai piani che ci eravamo preposti.  

 

di Matteo Mercuri