Stranieri e diritti, una battaglia di civiltà

Stranieri e diritti, una battaglia di civiltà

Secondo il dettato costituzionale lo straniero che soggiorna regolarmente in Italia gode degli stessi diritti del cittadino italiano. Ma, nella realtà di tutti i giorni, sarà veramente così? A causa di un trend narrativo che tende a semplificare un tema tanto delicato, gli stranieri vengono sfruttati strumentalmente da una propaganda politica che li addita come come un pericolo o un peso sociale ed economico che rischia di ridurre risorse e lavoro agli italiani. Questa (falsa) credenza, frutto di pregiudizi e superficialità, alimenta troppo spesso un luogo comune che però è smentito dai dati. E’ già stato ampiamente dimostrato che i cittadini stranieri danno allo Stato italiano molto di più di quanto ricevono, a partire proprio dal peso economico: gli stranieri, infatti, portano alle casse del nostro Paese un bilancio positivo di 4 miliardi di euro. Nonostante questo, la qualità dei diritti a cui accedono non è la stessa di quella degli “omologhi” italiani. Questa disparità è stata aggravata, negli ultimi due anni, dagli eventi che ci hanno travolto: pandemia, guerra e crisi economica.

Le nascite

Anche la popolazione straniera, infine, è stata toccata dal calo delle nascite. Dal 2020 ad oggi, infatti, è passata dai 5.306.548 agli attuali 5.035.643 (-5,1%).

L’occupazione

La condizione occupazionale dei lavoratori stranieri ha subito un forte contraccolpo con lo scoppio della pandemia, probabilmente anche a causa dell’impiego nei settori più colpiti, come la ristorazione e gli alberghi. Inoltre, le condizioni contrattuali degli stranieri sono molto spesso estremamente precarie (dramma della precarietà che, purtroppo, caratterizza il mondo del lavoro in Italia) e quindi ancor più esposte al rischio di un mancato rinnovo. In generale, per gli stranieri è più difficile accedere al mondo del lavoro, che è molto spesso sottopagato o addirittura irregolare. Condizioni che spesso non permettono di garantire un sufficiente livello di qualità della vita.

La povertà e l’accesso ai bonus governativi

Non è un caso che più di una famiglia su quattro viva una condizione di povertà assoluta. Stiamo parlando di 568 mila famiglie. Ciò nonostante, l’incidenza dell’accesso della popolazione straniera ai bonus governativi volti al sostentamento rappresenta solo il 9-10%. Scende al 3-4% se guardiamo ai bonus autonomi, ai congedi parentali e al bonus babysitter. 

L’istruzione

 Si registra una disparità anche nell’accesso all’istruzione. Infatti, un quarto dei bambini figli di immigrati, tra i 3 e i 5 anni, non frequenta la scuola dell’infanzia, che pone le basi per l’educazione e l’inclusione sociale. Non stupisce, dunque, che il 30% degli alunni sia in ritardo scolastico e che, in generale, i cittadini stranieri abbiano problemi linguistici (80%) e di analfabetismo (9%).

I contagi da Covid-19

Dall’inizio della pandemia fino a marzo 2021, l’Inail ha registrato 165.528 denunce di infortunio legate al Covid da parte della popolazione straniera. Il 69,3% dei contagi ha riguardato le donne, molte delle quali impiegate nei servizi domestici e di cura alla persona ammalatesi all’interno dei nuclei familiari datoriali. Se però i casi di infortunio sono diminuiti, complessivamente le morti sul lavoro sono invece aumentate del 27,6% in un solo anno. Oltre un terzo di questi incidenti è stato causato dal Covid-19 e per il 14,6% ha riguardato i lavoratori stranieri.

La salute

Dopo un primo momento di titubanza, la campagna vaccinale ha suscitato un forte interesse nella popolazione straniera, probabilmente per una seria esposizione professionale, lavorando molto nelle Rsa e per l’accudimento delle persone anziane. Ma la mancanza di tessera sanitaria ha escluso molti dalla possibilità di prenotarsi nei portali regionali e, in assenza di indicazioni puntuali, le Regioni si sono mosse in modo non omogeneo, producendo un ritardo a scapito della popolazione immigrata.

 

Risulta piuttosto evidente che quello dell’accesso ai propri diritti è un percorso ancora molto tortuoso per i cittadini stranieri che risiedono in Italia. C’è un problema di inclusione e integrazione che li esclude parzialmente dagli ambiti fondamentali della vita di una persona: istruzione, lavoro, salute e vita dignitosa. Ma non dimentichiamo che in questa guerra contro il virus, e non solo, l’Italia ha potuto contare su un esercito di 22 mila medici, 38 mila infermieri, 5 mila odontoiatri, 5 mila fisioterapisti, 5 mila farmacisti, 1.000 psicologi e 1.500 tra podologi, tecnici di radiologia, biologi, chimici, fisici. Tutti di origine straniera.

 

di Martina Bortolotti