Rapporto Fp Cgil: 1 milione e 200 mila assunzioni per salvare i servizi ai cittadini

Rapporto Fp Cgil: 1 milione e 200 mila assunzioni per salvare i servizi ai cittadini

È quanto emerge dal Rapporto “Piano straordinario per l’occupazione nel settore pubblico” presentato oggi nella sede della Cgil nazionale a Roma

Scuole, ospedali, tribunali, sportelli: i servizi ai cittadini sono a rischio collasso. Nei prossimi anni (al 2030) andranno in pensione circa 700 mila dipendenti della Pubblica Amministrazione e senza nuove consistenti assunzioni gli uffici si svuoteranno. Questo anche a causa del fatto che il personale della Pa italiana è tra i più anziani, con un’età media di 50 anni, e tra i meno numerosi d’Europa. In vent’anni, infatti (dal 2000 al 2020) si sono persi già 200 mila lavoratori, un numero che andrà a crescere esponenzialmente a causa del mancato ricambio generazionale degli ultimi 10 anni. È quanto emerge dal Rapporto “Piano straordinario di assunzioni nel settore pubblico” di Fp Cgil presentato oggi nella sede della Cgil nazionale a Roma. Per questo la categoria dei servizi pubblici della Cgil chiede un grande piano pluriennale di assunzioni per 1 milione e 200 mila posti, che garantisca non solo di tamponare i pensionamenti previsti ma anche di rafforzare i servizi ai cittadini, oltre che di dare un’opportunità di lavoro a tante persone in cerca di un’occupazione stabile.

Come cambierebbe la vita dei cittadini con nuove assunzioni nella Pa

Ma, concretamente, quali sarebbero le ricadute concrete di nuove assunzioni nella Pubblica Amministrazione? Un tema caldo è quello dei tempi della giustizia italiana, sempre troppo lenta e, quindi, inefficiente. Basti pensare che fino a poco tempo fa la durata media di un processo civile era di circa 7 anni. Il Rapporto stima che con le nuove assunzioni la durata si ridurrebbe a 2 anni. Altrettanto impattanti le nuove assunzioni anche nei Pronto Soccorso dove, secondo un’elaborazione sui dati di CittadinanzAttiva-SIMEU, risulta che attualmente vi è un’attesa media di circa 90 minuti che si ridurrebbe a 60. Ma a beneficiarne sarebbero anche le famiglie con bambini, gli anziani, e non solo: si andrebbero infatti ad incrementare il numero di educatrici, di assistenti sociali, di medici di base e di infermieri.

La perdita di attrattiva della Pubblica Amministrazione

Purtroppo, però, non sarà sufficiente intervenire sulle assunzioni. La Pubblica Amministrazione ha infatti perso negli anni una grande attrattiva. Alle persone non basta più la rassicurazione di un “posto fisso” e uno stipendio sicuro. Una platea di giovani sempre più formata, con anni di studio alle spalle, vuole vedere equamente riconosciute e valorizzate le proprie competenze. Così si spiega il fenomeno delle procedure concorsuali andate deserte o addirittura della rinuncia al posto di chi è risultato vincitore di concorso. Il rapporto, dunque, evidenzia come sia necessario accompagnare ad un piano di assunzioni anche una serie di interventi sulla formazione e l’aggiornamento professionale, sulle opportunità di carriera, sullo smart working per permettere una migliore conciliazione tra vita e lavoro e sulle retribuzioni.

Il costo della vita accelera e gli stipendi rallentano

Stipendi e formazione non sono il cavallo di battaglia del lavoro pubblico che si vede sorpassare dal settore privato. Secondo il rapporto, negli ultimi dieci anni i salari sono cresciuti in maniera insufficiente a coprire l’aumento del costo della vita, un bilancio peggiorato dalla forte inflazione cui stiamo assistendo negli ultimi mesi. Ma, precisa la categoria, la crescita salariale è stata comunque accelerata tra il 2016 e il 2021 grazie ai rinnovi dei contratti.

La formazione ai dipendenti viene dimenticata

Uno dei dati più preoccupanti è quello sulla formazione e l’aggiornamento professionale. In media un dipendente della Pubblica Amministrazione non arriva ad una giornata di formazione l’anno (0,75). Ci sono poi profili professionali ben più penalizzati di altri. Gli infermieri non svolgono neanche mezza giornata di aggiornamento professionale in un anno (0,41). Bisogna però precisare che i professionisti sanitari hanno evidentemente risentito dell’emergenza pandemica.

Conclusioni 

Stiamo sentendo spesso parlare di attrarre i giovani talenti, di arruolare le competenze. Ma perché un giovane, magari plurilaureato, dovrebbe scegliere di mettere la propria professionalità al servizio della Pubblica Amministrazione, quando il settore privato, se non addirittura il mercato estero, lo valorizza più equamente? È questa la tendenza da invertire secondo la Fp Cgil, per valorizzare i nostri giovani e fare dei servizi pubblici del nostro Paese un vero punto di riferimento per i cittadini.

 

Leggi la sintesi del Rapporto Fp Cgil

 

di Martina Bortolotti