permessi per allattamento

Permessi per allattamento: a negarlo ai suoi dipendenti è proprio l’Inps

Viviamo ancora in un Paese in cui essere mamme è visto come un peso e non come un’opportunità per la società del futuro. Un peso, per i datori di lavoro italiani, che comincia nel momento della gravidanza e arriva fino alla fase di crescita dei figli, cui dedicare tempo, per assisterli, crescerli, amarli. Ci aspetteremmo dei cambiamenti, delle vedute più ampie. Ci aspetteremmo di non sentirci più ripetere, ad ogni colloquio nella ricerca del lavoro: “Intende avere figli?”, come elemento discriminante per un’assunzione. Ma come possiamo aspettarci questa evoluzione delle idee se l’ente che, per sua stessa ragione d’esistere, dovrebbe garantire la previdenza e la tutela di tutti i soggetti, anche quelli in maggiore difficoltà, non tutela per primo i suoi dipendenti?

Stiamo parlando dell’Inps e della scelta aspramente criticata di negare i permessi per allattamento alle dipendenti neo-mamme in smart working. La ragione? Perché non è permessa la riduzione dell’orario di lavoro nelle giornate svolte in modalità agile. Proprio l’Inps che, travolto più di molti altri dall’emergenza, ha dovuto lavorare nei mesi scorsi giorno e notte, feriali e festivi. Molte ore oltre l’ordinario orario di lavoro. E come dovrebbero fare le mamme e i papà? Ci state forse dicendo che una donna in smart working può nello stesso momento allattare un figlio e partecipare ad una video-riunione, od occuparsi di una pratica? Ma l’Inps è in buona compagnia, perché anche l’Agenzia delle Entrate ha permesso ai suoi dipendenti solo il 50% dei permessi per allattamento.

La legge parla chiaro: durante il primo anno di vita del bambino, la dipendente neo-mamma può chiedere dei permessi giornalieri per allattamento, che devono essere normalmente retribuiti. Si tratta di permessi di due ore al giorno per i rapporti di lavoro che superano le 6 ore giornaliere, e di un’ora al giorno per quelli inferiori alle 6 ore. E proprio l’ente che dovrebbe erogare queste indennità non le riserva alle sue stesse dipendenti.

La maternità è un dono collettivo, oltre che un diritto. Almeno questo è quanto immaginiamo. Eppure sembra più essere un peccato. In questo caso per chi nega alle neo-mamme che lavorano in smart working il permesso per allattamento. Una decisione che ignora il significato e il valore di quel tempo.

 

Lavoratrice Inps senza permessi per allattamento: il suo racconto