Immigrazione

Perché l’immigrazione è una risorsa per il nostro Paese

Il fenomeno migratorio è estremamente complesso, e spesso oggetto di speculazioni politiche. Certamente è necessario individuare le politiche più adatte per governarlo, individuando strategie in grado di investire sulla solidarietà, l’inclusione, la legalità. E, dunque, anche il modo di raccontare questo fenomeno può aiutare a costruire un approccio che metta al centro i diritti delle persone, prevenendo ogni forma di propaganda. A partire dal dato che vede gli immigrati non gravare sul bilancio statale, anzi: rappresentano una risorsa della quale sarebbe difficile fare a meno. Ecco perchè.

Gli ultimi dati a disposizione 

Come ha affermato recentemente il Presidente dell’INPS Pasquale Tridico, i lavoratori stranieri in Italia versano più contributi di quanti ne ricevono indietro sotto forma di prestazioni pensionistiche. Durante il convegno ‘Il fenomeno migratorio e gli effetti sulle pensioni pagate all’estero‘, Tridico ha presentato gli ultimi dati a disposizione. A fronte di 10,8 miliardi di euro di contributi versati (su 163 miliardi di contributi totali) – riferiscono da Inps – i lavoratori extracomunitari percepiscono pensioni per 1,2 miliardi su un totale di 300 miliardi di euro. Versano circa il 6,6% del totale dei contributi, ma ricevono appena lo 0,4% delle pensioni erogate dall’ente previdenziale. 

L’ultimo Osservatorio svolto dall’INPS sulla popolazione straniera ha rilevato 3.760.421 individui nelle sue banche dati. Di questi 3.192.588 sono lavoratori (84,9%), 266.924 pensionati (7,1%) e 300.909 percettori di prestazioni a sostegno del reddito (8,0%). Rispetto al 2019 si è registrato un robusto calo del numero di lavoratori (circa 140.000 in meno). Variazioni negative si erano già registrate negli anni 2013 (-3,9%) e 2014 (-1,7%), in evidente connessione con l’andamento del ciclo economico. I pensionati stranieri invece sono cresciuti in maniera continua per tutto il periodo monitorato (passano da 153.000 nel 2011 a 267.000 nel 2020) e così pure i percettori di prestazioni a sostegno del reddito che nel 2020 superano le 300.000 unità (erano 113.000 nel 2011). 

L’impatto dell’immigrazione sul bilancio statale 

Un tema ricorrente nel dibattito politico e sociale italiano riguarda i presunti “costi” dell’immigrazione. Una crisi economica prolungata e politiche di austerità, negli ultimi anni, hanno messo a dura prova le famiglie italiane e in una parte dell’opinione pubblica, anche a causa di una narrazione politicamente orientata, si è insediata l’idea che gli immigrati rappresentino un “costo” insostenibile per il nostro Paese. Una rilevazione condotta dal portale economico lavoce.info per il Dossier statistico immigrazione Idos, ha approfondito la questione con i dati a disposizione. Partendo dalle imposte sui redditi pagate dai cittadini stranieri presenti in Italia, sono stati considerati poi altri tipi di tributi e contributi previdenziali derivanti dagli immigrati e le principali voci di spesa che derivano dalla presenza di questi ultimi nel nostro Paese. Le elaborazioni fanno riferimento al 2019. Come premesso nel rapporto, il periodo successivo ha evidenti caratteristiche di eccezionalità dovute alla pandemia e ai lockdown. Quindi il 2019 può rappresentare un anno con caratteristiche “normali” e vicine alle condizioni a cui l’economia italiana ci auguriamo possa tornare presto. La voce di entrata più importante proveniente dalla popolazione straniera è rappresentata dai contributi versati e ammonta a circa 15,4 miliardi di euro, ovvero il 6,5 % del totale dei contributi sociali incassati dall’INPS nel 2019. Segue l’Irpef, con un gettito proveniente dagli stranieri di 5 miliardi. Tra le entrate sono state poi considerate le imposte indirette, le spese pagate dagli stranieri per permessi di soggiorno e cittadinanza ed infine i fondi europei messi a disposizione per far fronte all’immigrazione. Come sottolineato nell’analisi, spicca il dato riferito al periodo tra il 2014 ed il 2019 nel quale il numero dei contribuenti nati all’estero con reddito dichiarato diverso da zero è cresciuto del 16,9 %. Per contro, il numero dei contribuenti nati in Italia è salito nello stesso quinquennio solo dell’1,6 %

Ma quanto incidono gli stranieri sul sistema di protezione pubblica italiano? Le voci di spesa più importanti fanno riferimento al settore sanitario, a quello dell’istruzione e all’accoglienza. Calcolando l’incidenza della spesa sanitaria per gli stranieri su quella pubblica (115,4 miliardi nel 2019) pari al 6,4 %, l’uscita ammonta a circa 7,4 miliardi. Nel settore dell’istruzione, data una spesa pubblica complessiva di 58,2 miliardi e dato il numero degli alunni stranieri, il 10% degli alunni totali, è stata stimata una spesa di 5,82 miliardi. Infine, circa 3 miliardi di spesa sono relativi alla missione “Immigrazione, accoglienza e garanzia dei diritti”, nella quale sono compresi i costi delle politiche di integrazione sociale, le spese per i servizi di accoglienza e per la sicurezza nei mari, nei porti e sulle coste.

Il saldo per il bilancio pubblico è quindi positivo per 4 miliardi, confermando così un risultato già emerso negli ultimi anni (2016 e 2019). La fascia della popolazione contro la quale si punta troppo spesso e strumentalmente il dito è quindi essenziale. Eppure, è una fascia sociale sempre più debole, in cui sono sempre più numerose le vittime della povertà, della precarietà del lavoro, della disparità salariale e di lavoro irregolare.

 

Di Matteo Mercuri