Alluvioni, siccità, incendi e altri eventi naturali estremi fanno ormai parte delle cronache di tutti i giorni. È di poche settimane fa la drammatica notizia degli oltre 1.300 morti a La Mecca per le temperature roventi. Il cambiamento climatico è qui, è ora e ignorarlo (tanto meno negarlo) non farà la differenza. Davanti agli effetti estremi che la crisi climatica può provocare, siamo tutti uguali. Ci sono aree del mondo più vulnerabili, ma le catastrofi non fanno distinzioni tra ricchi e poveri. È un problema che ci riguarda tutti.
Il ruolo dei combustili fossili nello sviluppo umano
Lo sappiamo, il nemico numero uno del clima sono i combustibili fossili, la principale fonte di emissioni climalteranti. Però, sono stati anche il principale motore dello sviluppo umano negli ultimi 300 anni. Ma questo è sufficiente per scegliere di non rinunciarvi? La risposta da parte della scienza è No. I combustibili fossili, infatti, hanno un enorme costo non solo sulla nostra salute e sicurezza, ma anche sull’economia globale e sugli equilibri politici (basti pensare alla questione dell’indipendenza energetica).
L’impatto sulla salute
I problemi di salute causati dall’inquinamento atmosferico provocano ogni anno circa 8 milioni di morti nel mondo, e sono la maggiore causa di morte prematura. In termini economici, i costi dell’impatto dei combustibili fossili sulla salute sono stimati in 2,9 trilioni di dollari (più del 3% del PIL mondiale del 2018).
L’indipendenza energetica
E poi c’è il problema dell’energia. Ricordiamo tutti l’improvvisa impennata del costo di gas, petrolio e carbone con lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina. Dipendere da un Paese, in questo senso, comporta dei rischi. Ma raggiungere l’indipendenza energetica con l’utilizzo di energia pulita richiede dei cambiamenti sistemici: il mondo in cui coltiviamo, il modo in cui viaggiamo, il modo in cui costruiamo case. A muoversi, dunque, devono essere prima di tutto i governi e le istituzioni, ostaggi, però, di interessi economici molto forti che li portano a dimenticare che non ci sarà alcun profitto economico da difendere senza le condizioni minime necessarie per vivere.
Cosa possiamo fare noi?
Apparentemente poco, in realtà molto. Si sa, il mercato lo fanno i cittadini e le loro abitudini e scelte nei consumi. Se si spostano i cittadini, questi interessi smettono di contare. Ecco perché possiamo essere noi, per primi, nel nostro piccolo, ad evitare o almeno ridurre l’utilizzo di combustibili fossili nella nostra vita. Senza domanda non vi sarà più alcun offerta da dover garantire.
di Martina Bortolotti