Napoli

L’orgoglio di Napoli nella liberazione dagli occupanti tedeschi

Il 27 settembre del 1943 la città di Napoli scrisse una pagina della storia con l’incredibile rivolta della popolazione che accelerò la liberazione dagli occupanti tedeschi. L’insurrezione avvenuta nel corso della Seconda guerra mondiale durò fino al 30 settembre e per questo la ricordiamo oggi come le Quattro giornate di Napoli.

Tra le possibili cause che avrebbero fatto divampare l’impeto dei partenopei, la tesi più sostenuta è quella secondo cui la scintilla sia stata accesa sulle colline del Vomero. Un professore di nome Antonino Tarsia del liceo classico Sannazzaro, con i suoi studenti dell’ultimo anno di liceo, prese l’iniziativa di iniziare gli scontri.

Nel giro di poche ore tutta la città venne coinvolta, senza che nulla fosse preparato o organizzato. Gente comune, poeti, scrittori, cantanti; tutti si ritrovarono sulle barricate cercando di dare il loro apporto alla battaglia. Nei Quartieri Spagnoli le donne occupavano fisicamente gli stretti vicoli della zona, ostruendo il passaggio alle pattuglie tedesche e disorientando i loro movimenti. Anche i pazienti degli ospedali non si tirarono indietro; alcuni nascosero pistole e fucili nelle bare delle camere mortuarie, pronti per difendere gli ospedali.

L’avvenimento, che valse alla città di Napoli il conferimento della Medaglia d’Oro al Valor Militare, consentì alle forze alleate anglo-americane di trovare al loro arrivo, il 1 ottobre 1943, una città già evacuata dall’occupante nazista, da cui era praticamente riuscita a liberarsi grazie all’eroismo e al coraggio dei suoi abitanti, ormai esasperati ed allo stremo per i lunghi anni di guerra.

Il 29 settembre il colonnello Scholl, al comando delle forze armate naziste in città, ottenne di aver libero il passaggio per uscire da Napoli, in cambio del rilascio degli ostaggi tedeschi. Per la prima volta in Europa i nazisti trattavano una resa di fronte a degli insorti. Molte, ad ogni modo, furono le perdite. Le cifre non sono mai state del tutto chiare, ma secondo i registri del cimitero di Poggioreale morirono 562 persone.

 

Di Matteo Mercuri