L’omicidio di Aldo Moro, 45 anni dopo

L’omicidio di Aldo Moro, 45 anni dopo

La mattina del 9 maggio del 1978, dopo 55 giorni di prigionia per mano delle Brigate Rosse, il corpo senza vita di Aldo Moro, Presidente della Democrazia Cristiana, fu ritrovato all’interno di una Renault 4 simbolicamente parcheggiata a via Caetani, tra la sede del PCI e della DC.

Moro, infatti, fu sequestrato il 16 marzo dopo il tentativo politico di un’apertura a sinistra e di un “compromesso storico” tra il suo partito – la DC – e il Partito Comunista Italiano guidato da Enrico Berlinguer. Secondo Moro, apprezzato proprio per la sua moderazione e la sua tendenza a risolvere i contrasti attraverso il compromesso, era necessario dar vita ad un governo di “solidarietà nazionale” per mantenere un equilibrio ed una stabilità politica.

«Come conciliare l’estrema mobilità delle trasformazioni sociali con la continuità delle strutture rappresentative? Come integrare nello Stato masse sempre più estese di cittadini senza cedere a seduzioni autoritarie? Come crescere senza morire?»

Questo lo rese bersaglio di aspre contestazioni, nazionali e internazionali. In un clima di piena guerra fredda, le due superpotenze mondiali – Usa e Urss – non mancarono di manifestare disapprovazione rispetto al suo operato. Secondo gli Stati Uniti, l’ingresso al governo dei comunisti, non solo rappresentava una sconfitta culturale, ma avrebbe consentito agli avversari politici di venire a conoscenza di piani militari e strategie segrete della NATO. Secondo l’Unione Sovietica, invece, la partecipazione del PCI al governo avrebbe rappresentato una forma di emancipazione del partito dal controllo sovietico ed un avvicinamento alla sfera d’influenza avversaria.

Il 13 maggio successivo al suo assassinio, si tenne una solenne commemorazione funebre, trasmessa in televisione, nella basilica di San Giovanni in Laterano, a cui parteciparono le principali personalità politiche italiane e con l’omelia di Papa Paolo VI. La famiglia, però, rifiutò i funerali di Stato e la cerimonia si svolse senza il feretro di Moro e con l’assordante assenza dei familiari che ritenevano lo Stato italiano colpevole di non aver fatto nulla per salvare la vita dello statista.

Sul rapimento di Aldo Moro si è largamente dibattuto e la vicenda è stata oggetto di rappresentazioni teatrali, letterarie e cinematografiche. Tra le più famose il film del 2003 di Renzo Martinelli, “Piazza delle Cinque Lune” e il più recente “Esterno notte”, film di Marco Bellocchio del 2022 – riadattato anche alla firma di miniserie sulla Rai – dove Moro è interpretato da Fabrizio Gifuni.

 

di Martina Bortolotti