In Italia il tasso di aborto è tra i più bassi al mondo

In Italia il tasso di abortività è tra i più bassi al mondo

Diminuisce ancora il numero di aborti. Nel 2021 ci sono state 63.653 interruzioni volontarie di gravidanza (-4,2% rispetto al 2020 e comunque in continua diminuzione dal 1983). Il ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza è diminuito in particolare tra le più giovani, sotto i 25 anni di età. È quanto emerge dalla nuova Relazione del Ministro della Salute sulla attuazione della legge 194/78 tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria di gravidanza.

Tasso di abortività tra i più bassi al mondo

Il tasso di abortività del nostro Paese (pari a 5,3 per 1.000) è tra i più bassi a livello internazionale. Anche per quanto riguarda le minorenni (il cui tasso è pari a 2,1), il dato è costantemente inferiore a quello di altri Paesi europei con analoghi sistemi sociosanitari.

Cruciale il ruolo dei consultori familiari

Si rivela cruciale il ruolo dei consultori familiari a cui il 42,8% dell’utenza si rivolge, molto più che ad altri servizi. Il 20,3% si rivolge al proprio medico e il 34,9% a servizi ostetrico-ginecologici. Il consultorio familiare, nello specifico, si occupa del rilascio della certificazione necessaria alla richiesta di IVG, ma svolge anche un ruolo essenziale nella prevenzione e nel supporto alle donne che decidono di ricorrere all’aborto.

Cresce inoltre la consapevolezza che permette di ricorrere alla pratica nei tempi più consoni, riducendo il rischio di danni alla salute. Aumenta infatti la percentuale di interventi effettuati precocemente, quindi meno esposti a complicanze. Il 61,7% è stato effettuato entro le 8 settimane di gestazione (rispetto al 56,0% del 2020), il 21,7% a 9-10 settimane, il 9,9% a 11-12 settimane e il 6,7% dopo la dodicesima settimana.

L’Italia è “unica e indivisibile”… forse.

Rimane molto forte, però, la disomogeneità della prestazione sul territorio nazionale. Il ricorso all’aborto farmacologico, infatti, varia molto tra le Regioni, sia per quanto riguarda il numero di interventi che per il numero di strutture che lo offrono. Lo stesso vale per l’attività dei consultori familiari. Stesso discorso per il fenomeno dell’obiezione di coscienza che nel 2021 ha riguardato il 63,6% dei ginecologi, il 40,5% degli anestesisti e il 32,8% del personale non medico.

 

di Martina Bortolotti