Il medico del 118: “Il personale è in burn out. E l’autonomia differenziata sarà una catastrofe”

Manuel Ruggiero è il delegato “politiche area 118” della Asl Napoli 2 nord e presidente di “Nessuno Tocchi Ippocrate”, l’associazione da anni in prima linea contro le violenze al personale sanitario.

Quali sono le principali difficoltà da affrontare?

Innanzitutto la carenza di personale, con turni estenuanti e molto serrati. Che mandano inevitabilmente il personale in burn out. E poi siamo costretti a combattere contro le continue aggressioni. Con un’utenza sempre più arrabbiata e violenta.

Un fenomeno sempre più odioso…

La causa principale sono gli accessi impropri al pronto soccorso: le persone hanno perso il rapporto fiduciario con il proprio medico di medicina generale e si rivolgono sempre più spesso al pronto soccorso per qualsiasi evenienza sanitaria, non solo per le urgenze. Di conseguenza si va a creare un ingorgo all’interno del pronto soccorso che porta a delle attese lunghissime per quanto riguarda codici bianchi e codici verdi, che si trasformano in malcontento e in aggressioni.

Tu vivi e lavori a Pozzuoli. La zona flegrea è sempre più sotto stress a causa del continuo sciame sismico: una situazione di ulteriore tensione per lavoratori e lavoratrici, e per l’intera comunità. Cosa si prova a lavorare in un territorio con queste caratteristiche? Si stanno predisponendo azioni di prevenzione, dei Piani appositi anche per la rete socio-sanitaria?

Vivo il fenomeno del bradisismo in prima persona e posso dire che è una situazione alquanto stressante: si balla di continuo, lavorare in quest’ambiente significa vivere sempre sul chi va là, che si somma all’emergenza ‘ordinaria’. Nel caso in cui si dovesse verificare un terremoto più forte è prevista la messa in atto dei protocolli della maxi emergenza. Però, anche in questo caso, uomini e mezzi sono piuttosto insufficienti nei confronti di quello che ipoteticamente potrebbe succedere. Siamo in pochi a combattere una ipotetica guerra e abbiamo molta paura di questa evenienza.

I divari tra sud e nord sono già forti. Quali conseguenze si potranno verificare se venisse approvata l’autonomia differenziata, tema tra l’altro al centro della manifestazione di Cgil e associazioni de “La Via Maestra” il 25 maggio a Napoli?

L’autonomia differenziata è una catastrofe che si sta abbattendo sul nostro Sistema sanitario. Si andrà incontro a una sanità da “Terzo mondo” dove saremo soggetti alle spese regionali che saranno indubbiamente diverse nelle varie realtà del nord e del sud. Il sistema peggiorerà ulteriormente. E chi ci rimetterà, in questo caso, saranno i pazienti, oltre che i lavoratori.

Assunzioni, risorse, valorizzazione del personale, diritti: è così che si salva il Servizio sanitario nazionale?

Sì. Alle quali aggiungerei anche altri due pilastri: tutela e prevenzione.