Non è più tempo di rimandare, ci viene chiesto dall’Europa e in tempi stretti. L’innovazione digitale del nostro Paese non può più essere rinviata. Siamo 24esimi su 27 Stati membri dell’Ue per adozione digitale e innovazione tecnologica. E ora ci viene chiesto un cambio repentino ed efficace.
Ed è proprio in quest’ottica che nel Paese iniziano a sorgere i primi esempi di servizi pubblici digitali, buone pratiche che si auspica possano trainare una serie di altre esperienze positive. Enti che hanno deciso di giocare un ruolo da protagonisti in questa fase di profondo cambiamento e innovazione e di cogliere le opportunità portate da questa fase storica.
Sulla scia del periodo di chiusura degli uffici pubblici all’utenza, lo scorso anno alcune amministrazioni hanno pensato di riorganizzare il rapporto con il cittadino per offrire servizi più efficienti. È il caso di una regione del Sud Italia, la Puglia, nello specifico degli sportelli virtuali dei Comuni di Bari e Taranto. Con l’inizio del nuovo anno, infatti, sono stati attivati degli sportelli digitali per permettere a tutti i cittadini di accedere ai servizi comunali direttamente da casa. Finora un progetto pilota che coinvolge solo alcuni dei servizi dei due Comuni pugliesi e che, se si rivelerà essere efficace, sarà poi allargato a tutti gli uffici.
Ma come funziona? È semplicissimo. Con gli sportelli virtuali di Bari e di Taranto è possibile prendere un appuntamento in video-chiamata con gli operatori del Comune. Per farlo basta compilare un form online e prenotare un appuntamento selezionando la data e l’orario che si preferiscono. A seguito della prenotazione, l’utente riceverà una e-mail di riepilogo con tutte le informazioni inerenti l’appuntamento ed un link cui accedere per partecipare alla video-chiamata con l’operatore nella data stabilita. Durante l’utilizzo del servizio, inoltre, l’utente potrà condividere in tempo reale con l’operatore del Comune i documenti necessari per svolgere le pratiche.
Insomma, sembra che stiamo compiendo i primi passi nella direzione di una rivisitazione della Pubblica Amministrazione e dei servizi al cittadino in chiave digitale, per dare una risposta sempre più immediata, tempestiva, efficiente e di qualità. Per non fallire, però, dovremo tenere ben presente che l’innovazione non si traduce in una mera trasformazione dei servizi in una veste digitale, ma richiede un cambiamento profondo e radicato, che coinvolga l’intera organizzazione del lavoro, le modalità, gli strumenti e un’adeguata formazione professionale. È necessario creare una nuova “cittadinanza digitale”, istruita e abituata all’uso delle piattaforme digitali, non solo nelle vesti di cittadini ma anche di lavoratori della Pubblica Amministrazione. Riorganizzazione del lavoro, formazione e servizi saranno la chiave di accesso ad un nuovo Paese digitale.