In Emilia Romagna, nei quartieri bolognesi di Pilastro e Roveri, entro il 2023 prenderà vita la comunità energetica più grande d’Italia: il progetto GECO, acronimo di “Green Energy COmmunity”. Al centro della comunità, cittadini e aziende che svolgeranno un ruolo attivo nel processo di creazione, produzione, distribuzione e consumo dell’energia. Ma fondamentale all’interno del progetto è anche il ruolo dell’Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile (AESS) di Modena, nata nel 1999 insieme a tante altre agenzie energetiche create ad hoc dalla Commissione Europea con l’obiettivo di aiutare i territori ad implementare le direttive sul tema della sostenibilità. GECO nasce sulla scia del crescente interesse per i nuovi sistemi decentrati di produzione dell’energia rinnovabile, grazie al finanziamento di EIT Climate-Kic e alla collaborazione con ENEA e con il Dipartimento di Ingegneria elettronica dell’Università di Bologna.
“Ognuno sta facendo la propria parte e insieme lavoriamo per lo stesso fine. A settembre sarà firmato l’atto costitutivo di GECO e restiamo in attesa dei decreti attuativi che dovrebbero arrivare entro la fine dell’anno”, afferma Claudia Carani, Responsabile per i progetti innovativi ad AESS e Coordinatrice del progetto GECO. “La fase più importante della realizzazione del progetto è stata quella relativa al ‘fare comunità’. E l’abbiamo attuata con attività di formazione promosse dalle associazioni e anche con il coinvolgimento delle scuole”. L’area di sviluppo prevista comprende una zona residenziale di 7.500 abitanti, di cui 1.400 in alloggi sociali, una zona commerciale di 200.000 mq ed un’area industriale di oltre 1 milione di mq.
Attraverso GECO verranno realizzati nuovi impianti da fonti rinnovabili associati a sistemi di accumulo, trasformando aziende e cittadini in prosumers, ossia produttori e consumatori di energia rinnovabile. I prosumers sono anche quelli che partecipano economicamente all’investimento iniziale, con un rientro della somma investita previsto nel giro di cinque anni e un guadagno negli anni a seguire. Ovviamente si può scegliere di partecipare anche come consumers, ovvero come semplici consumatori, e beneficiare di un risparmio di circa 200 euro all’anno.
Ma come afferma la direttiva europea e come tiene a sottolineare Claudia, la comunità energetica non ha soltanto benefici economici. L’obiettivo, infatti, è anche quello di consolidare una comunità dal punto di vista sociale e delle relazioni umane. Gli introiti, per esempio, potrebbero essere utilizzati per finanziare servizi educativi, assistenza agli anziani o servizi di mobilità sostenibile. L’esperienza iniziata con GECO sta ispirando tanti altri Comuni limitrofi. “Stiamo già lavorando con almeno dieci Comuni e ci stanno arrivando tante altre richieste” ci conferma Claudia. “I territori stanno intuendo le grandi opportunità derivanti dalle comunità energetiche. Ma la normativa ancora incompleta, che non chiarisce quali saranno gli incentivi e i limiti da rispettare, rappresenta ancora un ostacolo”. Insomma, anche se l’Italia non è completamente pronta, la strada verso un’altra modalità di produzione e consumo di energia rinnovabile è già stata intrapresa.
di Matteo Mercuri