Il 3 maggio è la giornata mondiale della libertà di stampa, un principio sul quale si fondano le moderne democrazie come la nostra, che altrove è sotto attacco e in altri Paesi non è mai stata consentita. L’avvento di Internet da una parte ha facilitato la diffusione delle informazioni, dall’altra ha complicato discernere il vero dal falso nella marea di notizie che ci sommerge ogni giorno. Questa volta però vogliamo celebrare questa giornata non parlando delle problematiche che affliggono il mondo del giornalismo, ma raccontandovi una storia. Una storia più vecchia di Internet, più vecchia della macchina da scrivere e più vecchia persino della macchina a caratteri mobili di Gutenberg.
Vi siete mai chiesti chi è il primo giornalista della storia? La risposta è in una leggenda che risale ai tempi dell’antica Grecia. Siamo intorno alla fine del VI secolo a. C. e Atene era impegnata nel difendere la città dal tentativo d’invasione da parte dei persiani. Serviva aiuto e così fu mandato un emerodromo, ovvero un messaggero capace di coprire di corsa grandi distanze in un sol giorno, sino alla città di Sparta per chiedere appoggio. Questo messaggero, in diversi scritti, è noto con il nome di Filippide e passò alla storia per un’altra corsa, quella che fece dopo la battaglia di Maratona, con tanto di armatura, fino alla città di Atene per riportare una notizia: “Abbiamo vinto!”. La leggenda narra anche che Filippide si accasciò a terra e morì a causa dello sforzo compiuto dopo aver dato l’informazione. Oggi, quindi, celebriamo questa ricorrenza pensando a tutte quelle persone che, come Filippide, hanno dato la vita per diffondere una notizia.
di Matteo Mercuri