Esoscheletri: i diversi modelli già presenti nel mondo del lavoro

Esoscheletri: i diversi modelli già presenti nel mondo del lavoro

Spesso si dibatte sul tema della sicurezza sul lavoro parlando molto delle problematiche e poco delle soluzioni. Una di queste, ad esempio, è rappresentata dagli esoscheletri, una tecnologia entrata da qualche anno nel mondo del lavoro. Si tratta di robot indossabili che seguono l’intenzione di movimento dell’essere umano e che vengono utilizzati nella produzione industriale e anche nella riabilitazione. 

Sono tanti i vantaggi per i lavoratori che hanno la possibilità di utilizzare questo strumento. Gli esoscheletri, infatti, prevengono e contrastano la diffusione di malattie ed effetti collaterali causati dai lavori usuranti. Migliorano il comfort della postazione di lavoro, riducono l’affaticamento muscolare e di conseguenza aumentano la qualità del lavoro svolto.

Gli esoscheletri hanno ampie potenzialità di sviluppo ed è vastissima la platea di lavoratori che ne potrebbe beneficiare. Sono molti i modelli esistenti e già attivi nei luoghi di lavoro. Il Body Extender è il primo prototipo di esoscheletro italiano, progettato dal laboratorio PERCRO della Scuola Superiore di Sant’Anna nel 2014. Un esoscheletro azionato da motori elettrici che moltiplica fino a venti volte la forza della persona che lo indossa, utilizzando una sorta di muscolatura artificiale. 

Comau, azienda italiana specializzata nei processi di automazione, servizi di produzione e robot, nel 2019 ha messo sul mercato l’esoscheletro con tecnologia passiva Mate. Questo è stato progettato in collaborazione con gli operai per rispondere alle loro esigenze in vari settori, tra cui quello dell’edilizia, dell’agricoltura e dell’automotive. Un esoscheletro che non necessita di batterie o motori e garantisce un supporto posturale che segue i movimenti degli arti superiori, generando una riduzione del 30% dell’affaticamento dei muscoli principali della spalla. 

Skelex, startup olandese con sede a Rotterdam, ha individuato nella sicurezza degli operai un campo di applicazione. Essa si propone di creare soluzioni che non vanno a rimpiazzare le persone negli ambienti di lavoro, bensì ad espandere il loro potenziale grazie alla tecnologia. Skelex ha prodotto degli esoscheletri per il torso per i lavoratori dell’industria con lo scopo di migliorare l’efficacia dei lavori in quota e incrementare la salute e la sicurezza sul lungo periodo. 

Anche la tedesca Ottobock, storica azienda specializzata in protesi, ha investito nella realizzazione di esoscheletri e nel 2021 ha presentato Paexo Shoulder. Questo è un esoscheletro adatto per chi svolge lavori fisicamente impegnativi con le braccia sollevate. Esso allevia la tensione sulle articolazioni della spalla e sulla parte superiore delle braccia, per esempio durante il lavoro in alto nelle catene di montaggio, nella logistica o durante le operazioni neurochirurgiche.

Insomma, il mercato degli esoscheletri è in pieno sviluppo.  Secondo Grand View Research dovrebbe toccare un giro d’affari su scala globale da 1,3 miliardi di dollari entro il 2030. Altre stime, per esempio quelle di Markets and Markets, sembrano ben più ricche: se il mercato valeva circa 500 milioni di dollari nel 2021, potrebbe toccare i 3,3 miliardi nel 2026

Ad oggi il prezzo di acquisto di queste tecnologie rimane ancora il fattore principale che ne limita l’adozione su scala più grande, ma nella prospettiva di breve periodo ci si aspetta che una classe di questi dispositivi diventi sempre più accessibile. La collaborazione tra Inail e Istituto italiano di tecnologia di Genova va in questa direzione. L’obiettivo è quello di realizzare esoscheletri robotici collaborativi, che serviranno a rendere più sicuro il lavoro in ambito industriale, manifatturiero, logistico e delle costruzioni civili. La diffusione degli esoscheletri apporterebbe benefici indiretti per l’intera società, a partire dalla tutela del benessere della forza lavoro da parte delle aziende.

 

Matteo Mercuri