Disabilità: scuole più inclusive ma le barriere architettoniche sono un problema irrisolto 

Disabilità: scuole più inclusive ma le barriere architettoniche sono un problema irrisolto 

La scuola è – o perlomeno dovrebbe essere – il principale luogo di partecipazione e socializzazione di bambini e ragazzi. Ma a che punto siamo con l’inclusione degli alunni con disabilità? Dagli ultimi dati Istat arriva una buona notizia: è sensibilmente aumentato nell’ultimo anno scolastico (2021-2022) il numero di insegnanti di sostegno. Ma c’è ancora molto da fare per colmare le lacune che ancora ci dividono da un sistema scolastico davvero inclusivo: dalla didattica a distanza e l’investimento sulle tecnologie, le barriere architettoniche, fino alla mancanza di formazione specifica degli insegnanti e i ritardi nell’assegnargli i ruoli.

Aumentano gli insegnanti di sostegno, le scuole sono sempre più inclusive

Nell’anno scolastico 2021-2022 sono oltre 316 mila gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane (pari al 3,8% degli iscritti), circa 15 mila in più rispetto all’anno precedente (+5%). A fronte dell’aumento della platea di alunni bisognosi di un sostegno, aumenta anche il numero di insegnanti dedicati: oltre 207 mila (quasi 200 mila nella scuola statale e più di 7 mila nella scuola non statale). Un incremento di oltre 16 mila unità (+8%) rispetto all’anno precedente. Il rapporto insegnate-alunni è di un insegnante di sostegno ogni 1,5 alunni con disabilità, un dato superiore a quanto previsto dalla legge che raccomanda un valore pari a 2. Di questi docenti, però, il 32% non ha una formazione specifica e viene impegnato nelle classi per carenza di figure specializzate. Questo avviene soprattutto nelle regioni del Nord, dove quasi la metà degli insegnanti curriculari svolge attività di sostegno, contro le regioni del Sud dove la quota si riduce al 19%. È altrettanto importante dire, però, che a fronte della carenza di figure, negli ultimi tre anni abbiamo assistito ad un trend positivo: un significativo aumento di insegnanti specializzati che passano dal 63% dell’anno scolastico 2019-2020 al 68% dell’anno 2021-2022.

Le barriere alla socializzazione della didattica a distanza

A rappresentare un ostacolo alla partecipazione e all’interazione tra coetanei è stata inevitabilmente la didattica a distanza che ha colpito duramente tutti gli studenti negli ultimi due anni, con non pochi risvolti psicologici. Ma a pagare il prezzo più alto sono stati proprio gli studenti con disabilità. Oggi, però, le nuove disposizioni, limitano il ricorso alla DAD solo per casi eccezionali e inoltre permettono agli alunni disabili di partecipare in presenza anche in caso di restrizioni. Sono circa 86 mila gli studenti disabili che vi hanno preso parte. Resta però irrisolto il problema della socializzazione, visto che questa nuova modalità permette sì la partecipazione ma in isolamento rispetto al gruppo classe.

La tecnologia è una risorsa per l’inclusione

La tecnologia può rappresentare un importante facilitatore nel processo di inclusione scolastica. E in Italia il 76% delle scuole primarie e secondarie dispone di postazioni informatiche adatte alle esigenze degli alunni con disabilità. È dunque meno di una scuola su quattro a lamentare una insufficiente dotazione di postazioni informatiche adatte, specialmente nel Sud Italia dove le segnalazioni arrivano da una scuola su tre.

Il problema irrisolto delle barriere architettoniche

Ma se facciamo passi avanti da un punto di vista organizzativo e tecnologico, rimane incomprensibilmente irrisolto il problema delle barriere architettoniche: gli ostacoli fisici all’accesso nelle scuole degli alunni con disabilità. Infatti, solo una scuola su tre risulta accessibile per chi ha problemi motori. La situazione è migliore nel Nord Italia con un 39,5% di scuole a norma; peggiore al Sud con una quota che non raggiunge il 32%. La regione più virtuosa in tal senso è la Valle D’Aosta con il 58,4% di scuole accessibili, di contro la Provincia autonoma di Bolzano si distingue per la più elevata presenza di barriere fisiche (solo il 19% delle scuole risultano accessibili). Gli ostacoli più diffusi sono la mancanza di ascensore (45%), servoscala (31%) o di bagni a norma (24%).

Ma la disabilità non è solo motoria. Per quanto riguarda l’accessibilità per alunni con disabilità sensoriale la situazione è ancora peggiore. Infatti, solo il 16% delle scuole dispone di segnalazioni visive per studenti con sordità o ipoacusia. Mentre le mappe a rilievo e i percorsi tattili, necessari per alunni con cecità o ipovisione, sono presenti in meno di due scuole su cento (1,5%).

 

Sembra paradossale ma laddove si investe sempre più in tecnologia inclusiva e formazione, l’ostacolo più comune, più tangibile e apparentemente meno complesso da risolvere, come quello delle barriere fisiche, rimane il tasto dolente che separa la scuola italiana da un modello scolastico davvero inclusivo.

 

di Martina Bortolotti