Disabilità e diritto all’istruzione, la centralità dell’inclusione

Le difficoltà che le persone con disabilità si trovano ad affrontare nel normale svolgimento delle attività quotidiane sono, purtroppo, numerose anche nelle scuole. In qualsiasi istituto scolastico diritti e possibilità dovrebbero essere garantiti a tutti, ma purtroppo ciò non sempre accade. Disabilità, lingua, credenze religiose o politiche: la scuola ha il compito di valorizzare questa complessità e renderla un valore aggiunto alla crescita personale. 

La situazione delle disabilità nelle scuole 

L’ultima rilevazione effettuata dall’ISTAT afferma che In Italia gli alunni con disabilità rappresentano il 3,6% degli iscritti a scuola. Si parla di oltre 300 mila bambini e ragazzi, un numero in costante crescita negli ultimi anni. Secondo il rapporto ISTAT, questa è dovuta anche ad una maggiore attenzione nel diagnosticare e certificare la condizione di disabilità tra i giovani, ad un aumento della domanda di assistenza da parte delle famiglie e dalla crescente sensibilità della scuola verso il tema dell’inclusione. 

Uno studio condotto da Openpolis, inoltre, segnala che tra le disabilità diagnosticate sono in crescita quelle relative ai disturbi dello sviluppo (dal 17% degli studenti con disabilità nel 2013/14 a 26,4% del 2018/19) ed ai disturbi dell’attenzione e comportamentali (vicini al 20%). Queste tendenze impongono agli istituti scolastici di adattarsi velocemente alle nuove esigenze e di uniformare la didattica di modo che nessuno rimanga svantaggiato.

La scuola tra sostegno ed accessibilità

Nell’insegnamento di sostegno e nell’accessibilità per i portatori di disabilità, la scuola ha registrato passi avanti ma c’è ancora molto da fare. Dopo il complesso periodo pandemico, buoni risultati sono da segnalare nella capacità di sopperire alla carenza di dispositivi informatici nelle case degli studenti. Il sistema scolastico – riferisce ancora Inps – è infatti riuscito a fornire la strumentazione richiesta nel 98% dei casi, in maniera omogenea su tutto il territorio. 

Anche all’interno delle classi, nonostante la disponibilità delle dotazioni informatiche non risulti ancora ampiamente diffusa, si osservano passi avanti verso una didattica più inclusiva. La quota di scuole dotate di postazioni in classe è passata infatti dal 37% al 47% negli ultimi 3 anni.

Una questione cruciale è quella del diritto alla mobilità e alla disponibilità di trasporti dedicati, un tema strettamente connesso a quello del diritto all’autonomia delle persone con disabilità che viene limitato da una significativa carenza di servizi; soltanto il 42,4% degli edifici scolastici statali dispongono di un trasporto dedicato agli alunni con disabilità. 

Sempre dal punto di vista dell’accessibilità, sono ancora numerose le barriere fisiche presenti nelle scuole italiane: soltanto una scuola su tre risulta accessibile per gli alunni con disabilità motorie. L’assenza o l’inadeguatezza di un ascensore idoneo al trasporto delle persone con disabilità rappresentano la barriera più diffusa (45%). 

Frequenti sono anche le scuole sprovviste di servoscala interno (29%) o di bagni a norma (24,4%). Ma il dato più allarmante riguarda l’assenza degli ausili senso-percettivi utili a favorire l’orientamento, all’interno del plesso, degli alunni con disabilità sensoriali: solo il 16% delle scuole dispone di segnalazioni visive per studenti con sordità o ipoacusia mentre soltanto l’1% è adatta agli ipovedenti. 

Buoni segnali arrivano invece dall’insegnamento di sostegno; a livello nazionale il rapporto è di un insegnante ogni 1,4 alunni, ben più favorevole di quello previsto dalla Legge 244/2007 che raccomanda un valore pari a 2. Gli insegnanti per il sostegno che nell’anno scolastico 2020/2021 hanno operato nelle scuole italiane sono più di 191 mila, in crescita di oltre 8 mila rispetto all’anno scolastico precedente (+4,4%, registrato quasi esclusivamente nella scuola statale). Parliamo quindi di una crescita doppia rispetto all’aumento di alunni con disabilità. Tuttavia, oltre un terzo degli insegnanti di sostegno sono stati selezionati per l’anno in esame attraverso le liste curricolari. Si tratta perciò di docenti non specializzati e che quindi non dispongono di una formazione specifica al ruolo.

La scuola deve educare i nostri bambini ad un mondo dove le diversità non limitano le relazioni sociali, ma al contrario le arricchiscono. Per questo deve essere il primo luogo nel quale sentirsi a proprio agio, sentirsi accolti. Si deve fare in modo che le disabilità non siano, mai e poi mai, motivo di emarginazione, bensì una ragione in più per educare tutti alle difficoltà che la vita può presentare. E su questo, c’è ancora molta strada da fare verso l’obiettivo prioritario dell’inclusione.

 

di Matteo Mercuri