Dal primo settembre termina la fase emergenziale dello smart working e si torna all’accordo individuale tra datore di lavoro e dipendente: per attivare il lavoro agile sarà necessario mettere nero su bianco i termini e le condizioni della prestazione. Questo vale sia per il settore pubblico che per quello privato. Sarà però più semplice che in passato attivare la procedura: sarà infatti sufficiente una comunicazione per via telematica al ministero del Lavoro con i nominativi dei dipendenti coinvolti nella misura e i dettagli della prestazione da remoto. Le aziende che durante la fase emergenziale della pandemia avevano già inoltrato le comunicazioni non dovranno rifarle, salvo in caso di cessazioni o modifiche dei termini.
Qualora un’azienda aderisse alla possibilità di lavorare in smart working, alcune categorie di lavoratori hanno accesso prioritario: lavoratori con disabilità, lavoratori con figli sotto i 12 anni, lavoratori con figli disabili gravi e lavoratori caregiver. Questo già a partire dallo scorso 13 agosto. Per quanto riguarda i lavoratori fragili, invece, per il momento non esistono più tutele specifiche. Spetterà dunque ai dirigenti applicare il lavoro agile nella forma più flessibile che la legislazione permette.