Appello dei Vigili del fuoco italiani a Bruxelles: “A rischio la nostra salute!”

Appello dei Vigili del fuoco italiani a Bruxelles: “A rischio la nostra salute!”

Al Parlamento europeo il Coordinamento dei Vigili del Fuoco della Fp Cgil chiede maggiori tutele

I vigili del fuoco italiani arrivano al Parlamento europeo per chiedere maggiori tutele per la loro salute e la loro sicurezza. Questa mattina, nell’ambito della Commissione per l’occupazione e gli affari sociali, il Coordinamento dei Vigili del Fuoco della Fp CGIL, la categoria del sindacato che si occupa dei lavoratori pubblici, ha lanciato a Bruxelles il suo appello alla politica. Al centro delle loro rivendicazioni una denuncia chiara: i vigili del fuoco sono costantemente esposti al contatto e l’inalazione di sostanze tossiche, tra cui l’amianto e le nanoparticelle, che mettono a rischio la loro salute non solo negli anni di servizio ma anche dopo.

“Quante volte dopo un incendio ci siamo tolti la maschera e soffiandoci il naso abbiamo trovato residui neri nel fazzoletto derivanti dal fumo sprigionato nell’aria?”, domandano dal Coordinamento dei Vigili del Fuoco. E questo nonostante si fossero rispettate tutte le procedure, indossati l’autorespiratore e i dispositivi di protezione individuale. Altro problema cruciale è quello dell’amianto, la cui respirazione può provocare gravi patologie che possono palesarsi fino a 30 anni dopo il momento dell’esposizione. Il Coordinamento dei Vigili del Fuoco ha anche citato uno studio secondo il quale un Dispositivo di protezione individuale, se non trattato a fine servizio, rilascia nelle successive otto ore una quantità di sostanze tossiche pari al 40%. “È apparso in tutta la sua evidenza il rischio di contrarre neoplasie. L’inalazione, l’ingestione o il semplice accostamento alla pelle di tutti i materiali e le polveri con i quali veniamo giornalmente in contatto sono causa, sempre più spesso, di danni irreparabili per la salute dei Vigili del Fuoco. Il cancro, poi, è una vera e propria epidemia”.

Le richieste dei vigili del fuoco italiani

Da qui le loro richieste. Prima tra tutte: una copertura Inail. I vigili del fuoco, infatti, non ne hanno diritto e in caso di infortunio si avvalgono del Servizio sanitario nazionale – per proprio conto – e dei rimborsi dell’Ona (Opera nazionale di assistenza). L’iscrizione Inail, spiegano dal Coordinamento Vvf, “offrirebbe un veloce supporto assistenziale alle cure urgenti fino alle fasi di riabilitazione”. Determinerebbe inoltre un’importante raccolta-dati di rilevanza statistica su infortuni e malattie professionali.

Altra rivendicazione è la richiesta di avere un riconoscimento della malattia professionale anche oltre gli anni di servizio. Dal momento che le patologie possono palesarsi fino a 30 anni dopo l’esposizione a sostanze a rischio, la categoria sindacale chiede di estendere la durata anche dopo il pensionamento.

“E tutto questo lo facciamo in pochi, con un’età media di 50 anni”, ha dichiarato Raffaele Cozzolino, vigile del fuoco della Fp Cgil, in conclusione del suo intervento. “In Italia mancano 4.500 vigili del fuoco operativi. Credo non serva ricordare gli incendi del Sud Italia durante la stagione estiva, dovuta ai cambiamenti climatici che sono sempre più veloci. La terra brucia e noi siamo coinvolti in prima persona nelle alluvioni, nei terremoti e negli incendi”.

 

di Martina Bortolotti