Adolescenti più tristi e soli: determinante il ruolo di amici e famiglia

Adolescenti più tristi e soli: determinante il ruolo di amici e famiglia

Peggiorano l’autostima e il benessere psicologico tra gli adolescenti, soprattutto tra le ragazze; solo la metà non ha mai avuto pensieri suicidi. Diminuiscono gli incontri di persona e aumenta la sfera delle relazioni virtuali. Ampiamente diffuso l’uso di alcool. Lo sport aiuta, c’è invece poca fiducia nella scuola dove sono frequenti casi di omofobia, bullismo, sessismo e razzismo. Determinanti le relazioni con gli amici e la famiglia. È questo il quadro fornito dall’Osservatorio sulle Tendenze Giovanili del Dipartimento per le politiche della famiglia della Presidenza del Consiglio (DIPOFAM) e del gruppo di ricerca Mutamenti sociali, valutazione e metodi (MUSA) dell’Istituto di Ricerche sulla Popolazione e le Politiche Sociali del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR-IRPPS).

Lo stato di benessere degli adolescenti

L’indagine si propone di valutare lo stato di benessere degli adolescenti, misurando l’autostima, l’altruismo, le emozioni e la presenza di disagi psicologici dovuti anche alla pandemia. L’autostima dei ragazzi registra un peggioramento significativo negli anni della pandemia, arrivando ad una quota del 34,1% di adolescenti che soffre di bassa autostima (contro il 24,7% pre-pandemia). I disagi psicologici sono ampiamente diffusi, solo 3 su 10 ne sono esenti ed altri 3 su 10 vivono disagi molto seri. Ad essere colpite sono soprattutto le ragazze di cui il 44,8% si colloca ad un livello critico di disagio, contro il 18,7% dei ragazzi. Solo la metà degli adolescenti non ha mai avuto pensieri suicidi (55,1%). Uno stato di malessere che colpisce soprattutto le ragazze che mostrano più alti livelli di altruismo e di emotività. I disagi più diffusi causati dalla pandemia sono l’abuso di videogiochi, i disturbi del sonno, i disturbi alimentari, lo shopping compulsivo, la dipendenza dalle relazioni virtuali, l’uso di alcool, i giochi online a pagamento e, infine, l’uso di droghe e psicofarmaci.

Alcool e droghe

Il consumo di alcolici è ampiamente diffuso tra gli adolescenti, pur se in lieve calo. Solo 1 ragazzo su 10 non ne fa uso. Di contro, 2 su 10 si ubriacano almeno una volta a settimana. Più della metà fa uso di droghe leggere (hashish e marijuana), 1 su 10 consuma droghe pesanti (cocaina e droghe sintetiche).

Le relazioni sociali

Andando ad indagare le attività intraprese durante il proprio tempo libero, emerge che diminuiscono gli incontri di persona con gli amici (-10%) e aumenta, invece, la sfera delle relazioni virtuali (+13,7%). Sono 6 su 10 i ragazzi che ritengono che l’interazione virtuale possa essere considerata una valida sostituta del faccia a faccia. Ed oltre la metà è stata coinvolta nel fenomeno del phubbing, ovvero ignorare le interazioni in presenza quando si è online o si sta chattando. Un fenomeno, quello della sfera virtuale, che coinvolge soprattutto le ragazze (il 52,2% contro il 30,5% dei ragazzi). Complessivamente, è quasi la metà degli adolescenti (il 41,4%) a trascorrere il proprio tempo libero chattando o sui social. Non stupisce, dunque, il dato secondo cui vi sia un calo della fiducia risposta nei propri amici. Passa dal 12,7% al 20,3% la quota di quelli che non si fidano. Ma la solitudine non paga: è proprio tra gli iperconnessi che si riscontrano una più scarsa autostima e una maggiore diffusione di disagi psicologici elevati.

Le relazioni in famiglia

Si rivelano altrettanto importanti le relazioni con i propri genitori. Tra chi ha una scarsa qualità della relazione con i parenti emerge una più bassa autostima e una maggiore diffusione di disagi psicologici. Chi invece ha instaurato una buona relazione in famiglia risulta essere più libero dalle emozioni negative e capace sviluppare maggiore gioia e accettazione. Determinante soprattutto la figura materna in cui i ragazzi ripongono maggiore fiducia (il 67,9% contro il 58% nei confronti del padre).

Gli effetti dello sport

L’attività sportiva è praticata dal 60,5% degli intervistati ed è superiore tra i maschi (70% contro il 47% delle femmine). Tra chi pratica sport con continuità si registra una più alta autostima ed una minore presenza di disagi psicologici e di emozioni negative. D’altro canto si riscontra che l’attività sportiva non incide in alcun modo sull’interiorizzazione di valori sociali positivi. Anzi, tra gli sportivi vi è una maggiore adesione ai ruoli di genere e agli stereotipi omofobici.

Violenza e discriminazione nelle scuole pubbliche

Meno della metà degli adolescenti (il 45,7%) è in grado di riconoscere le forme di violenza, fisica e psicologica. Il 14,4% reputa tollerabile, degno di rispetto o comunque non giudicabile l’esercizio della violenza senza conoscerne il contesto. In particolare vengono tollerati omofobia e bullismo. Solo 3 ragazzi su 10 sono esenti da stereotipi omofobici, e solo 1 su 10 da stereotipi sui migranti. Non a caso tra i fenomeni devianti più diffusi nelle scuole pubbliche vi sono proprio l’omofobia (27,9%) il bullismo (19,8%), il razzismo (17,8%) e il sessismo (16,8%). Ad esserne vittima sono stati circa 6 adolescenti su 10, un trend in aumento (+10%). Le vittime di questi comportamenti presentano maggiori disagi psicologici, superiori di oltre il doppio rispetto a chi non ha vissuto il problema.

Le nuove forme di violenza: il cyberbullismo e gli adescamenti online

Impressiona il dato secondo cui il 90,5% degli adolescenti è stato occasionalmente autore di cyberbullismo. Sono state, invece, il 66,2% le vittime, soprattutto femmine. Altrettanto impressionante la rilevazione secondo cui il 59% degli adolescenti è vittima di adescamenti online da parte di adulti sconosciuti. Le ragazze sono decisamente più coinvolte. Traumi che generano una bassa autostima.

Gli stereotipi di genere

Per ciò che concerne gli stereotipi di genere – maschili e femminili – è solo il 22,2% a non aderirvi. Un fenomeno, però, estremamente più diffuso tra i ragazzi. Il luogo comune che, tuttavia, è in netto calo rispetto al passato è quello secondo cui è l’uomo a dover mantenere la famiglia (-13,5%). Degno di attenzione e riflessione il dato secondo cui gode di un maggiore benessere psicologico proprio chi aderisce a modelli comportamentali stereotipati e socialmente consolidati.

La relazione con il proprio corpo

Per quanto riguarda il rapporto con il proprio corpo, emerge che il 44,1% degli adolescenti è insoddisfatto della propria fisicità e che il 58% ha difficoltà a mostrarsi. Per migliorare il proprio aspetto sono 2 ragazzi su 10 ad essersi sottoposti (o che si sottoporrebbero) alla chirurgia estetica, mentre l’84% ritiene utile il controllo dell’alimentazione e il 90% ritiene utile lo sport per modellare il proprio corpo. In particolare, per quanto riguarda l’alimentazione, ad essere coinvolte sono maggiormente le ragazze che presentano spesso elevati disagi di natura psicologica e bassa autostima.

La sessualità

La fruizione della pornografia tra gli adolescenti è piuttosto diffusa, solo 3 su 10 non fruiscono di video e immagini pornografiche, con enormi differenze tra i sessi: il 59,5% delle ragazze non ha mai guardato un video porno, contro l’11,9% dei ragazzi. Ciò che emerge è che quanto più si è esposti alla pornografia tanto più si assume l’idea che la prastica sessuale debba rispondere a dinamiche stereotipate di genere.

Ma allora in cosa credono i giovani?

La categoria che gode di minore fiducia da parte degli adolescenti è quella degli insegnanti. Sono solo 5 su 10 a ritenere che la scuola e lo studio abbiano molta importanza per la costruzione del proprio futuro. Vi è un forte disinteresse per la politica (il 65,9% afferma di non avere un orientamento politico) e il 60,4% mostra indifferenza anche per la religione. Ma quali sono i valori dei giovani? E in quali istituzioni ripongono maggiore fiducia? Per quanto riguarda i valori, ai primi posti vengono segnalati la famiglia, l’onestà e l’amicizia. A seguire la cultura, la partecipazione sociale e il successo. In fondo alla classifica la democrazia ed ultime la fede religiosa e quella calcistica. Si ripone particolare fiducia nella scienza e nella sanità. In calo la fiducia nell’istruzione e nelle forze dell’ordine. Cresce quella nei confronti dei mezzi di informazione (dal 31% al 53,2%). In aumento anche quella nei confronti dell’Unione Europea (+ 6,5%). Agli ultimi posti vengono collocati Governo, Chiesa e politici.

 

di Martina Bortolotti