Cara redazione, sono un’insegnante della scuola comunale in Emilia Romagna. Sono entrata per la prima volta in una scuola dell’infanzia 27 anni fa per un incarico part-time, era un modo per pagarmi gli studi che mi avrebbero dato la possibilità di insegnare nelle scuole secondarie. E’ stato subito un colpo di fulmine, puro amore per questo lavoro. Nelle mie scelte quotidiane ho trovato e ancora oggi trovo il sostegno e il confronto con colleghe che rivestono il mio stesso ruolo per affrontare gli interventi educativi giornalieri con motivazione e determinazione, per costruire dinamiche relazionali positive con i genitori e i bambini stessi, nell’ottica di un’alleanza educativa volta al benessere di tutte le figure coinvolte. Nonostante la passione e l’ottimismo per questo lavoro siano ancora tanti, non mancano altresì momenti di sconforto e di difficoltà. Sento il bisogno di una rivalutazione professionale del mio ruolo che ha subito nel corso degli anni, una deludente svalutazione. Le criticità che condivido con le mie colleghe quotidianamente riguardano più aspetti: mancanza del personale preposto per le supplenze che comporta un sovraccarico di dinamiche relazionali (cura, ascolto, accoglienza) di un gruppo numeroso che fa riferimento all’unica figura presente in sezione che si ritrova a dover gestire i bisogni di ciascun bambino / bambina. In questa società in continuo cambiamento che si riflette sulle famiglie ma anche e soprattutto sui bambini, la gestione del rapporto coi genitori sta diventando sempre più difficile e di conseguenza anche l’alleanza educativa ne risente. Il genitore, sempre più fragile, non è più alleato dell’insegnante, si allontana dalle funzioni che riguardano il suo ruolo ed esige dall’insegnante e dalla scuola prestazioni che non sempre la scuola è in grado di dare e/o sopperire. A tutto ciò si aggiungono le scelte (non sempre condivisibili) dell’Amministrazione di esternalizzare sempre più servizi che comportano una molteplicità di Gestori all’interno della stessa scuola e di conseguenza difficoltà quotidiane nella definizione di ruoli, scelte e competenze. Mi ritrovo con chi dice: “no al monopolio del privato sul pubblico soprattutto se è bene essenziale… è più difficile controllare che gestire… e poi chi controlla?”. Per continuare a credere in questo lavoro il segreto è nascosto nel sorriso dei bambini / bambine che ogni giorno mi regalano.
“Scuola dell’infanzia, ecco perchè è fondamentale investirci”. La lettera di un’insegnante a Spazio Pubblico
Martina
—————————————————————————
Lunedi 15 aprile Fp Cgil ha promosso una mobilitazione nazionale di lavoratrici e lavoratori dei servizi educativi 0-6 per ribadire la necessità di un Piano straordinario di assunzioni e di un investimento sulla valorizzazione del personale.