Anche gli studenti il 17 in piazza: “Viviamo una precarietà esistenziale, preoccupati per il futuro”

Anche gli studenti il 17 novembre in piazza: “Viviamo una precarietà esistenziale, preoccupati per il futuro”

Venerdì 17 novembre anche gli studenti e le studentesse di tutta Italia si mobilitano in occasione della giornata internazionale degli studenti. Preoccupati per il proprio futuro, i giovani si uniscono allo sciopero di Cgil e Uil, per far sentire la propria voce e chiedere di intervenire subito su scuola, lavoro, ambiente e salute mentale. Il loro slogan: “Non resteremo a guardare”.

La scuola è stata abbandonata

I primi ostacoli si incontrano sin dai banchi di scuola. Molte delle strutture scolastiche del nostro Paese sono fatiscenti, al limite della sicurezza, a volte senza il servizio mensa o, addirittura, senza palestre (sono il 60% le scuole senza una palestra per l’educazione fisica, soprattutto al Sud). I costi dei libri e del materiale didattico sono molto elevati (fino a 500 euro per le scuole superiori e 2000 euro per l’università), lo stesso vale per le gite scolastiche che rischiano di escludere i bambini appartenenti a famiglie a basso reddito per cui affrontare queste spese crea una difficoltà. Altro grande problema è quello delle classi pollaio, con quasi il 10% di classi delle scuole superiori con un numero di alunni superiore a 27. Questo impedisce di studiare in maniera adeguata e compromette anche il rapporto e lo scambio proficuo tra docenti e alunni.

L’università è un lusso

Non va meglio per il mondo dell’università a cui è destinato appena lo 0,7% del PIL. Secondo gli studenti sono poche le borse di studio, cari i manuali e folli i costi degli affitti, rendendo di fatto lo studio un lusso e non un diritto. Sono 45mila oggi i posti letto: Udu (Unione degli Universitari), associazione studentesca, ne chiede almeno altri 100 mila. Oltretutto il mercato dei contratti di affitto è una giungla: sono pochissimi gli affittuari che ricorrono al canone agevolato per studenti.

Il lavoro precario

E poi c’è il mondo del lavoro, a cui molti studenti hanno dovuto affacciarsi precocemente per permettersi gli studi. Un lavoro caratterizzato dalla precarietà quando non addirittura dal lavoro nero, con paghe spesso esigue. Per non parlare di stage e tirocini che invece di essere un’occasione di formazione e di inserimento nel mondo del lavoro, sono spesso contesti di sfruttamento per sbrigare il lavoro marginale o sostituire il collega assente.

Crisi ambientale e guerre: un clima di insicurezza

E poi ci sono i grandi temi mondiali come la crisi climatica e le guerre che hanno destabilizzato le nuove generazioni che oggi si sentono profondamente insicure per il loro futuro e vivono una crescente precarietà esistenziale. Da qui è nata la proposta di legge di Udu, attualmente depositata alla Camera, che propone l’istituzione di sportelli di assistenza psicologica gratuiti in ogni scuola e università. Udu parla inoltre dell’importanza di prevenire questo clima di incertezza attraverso appositi percorsi di educazione all’emotività e al benessere psicologico, fin dall’infanzia. Ma propone anche di intervenire sull’attualità attraverso l’introduzione, fin dal percorso scolastico e universitario, di corsi sui temi di attualità: educazione ambientale e analisi critica dei conflitti tra Paesi. Per l’ambiente, poi – suggeriscono gli studenti – si possono realizzare delle comunità energetiche universitarie e si possono incrementare i trasporti pubblici sostenibili e le aree verdi.

Queste le ragioni che spingono studenti e studentesse ad unirsi allo sciopero dei sindacati in protesta contro la Legge di Bilancio. Una mobilitazione che attraversa ogni generazione. Perché il presente è incerto e il futuro è in pericolo.

 

di Martina Bortolotti