88 anni fa nasceva il nylon, da simbolo della pace a nemico dell’ambiente

88 anni fa nasceva il nylon, da simbolo della pace a nemico dell’ambiente

Il 28 febbraio del 1935 – 88 anni fa – venne brevettato il nylon, la prima fibra sintetica prodotta chimicamente, creata dallo scienziato Wallace Hume Carother, nel laboratorio della DuPont, negli Usa. Ancora oggi una delle più diffuse al mondo.

Ma oltre ad essere utilizzato nell’industria tessile e della moda, il nylon servì agli Stati Uniti per combattere la Seconda Guerra Mondiale. Infatti, si rivelò essere l’unico tessuto adatto a sostituire la canapa e la seta (la cui importazione era stata impedita dal Giappone) nella realizzazione dei paracadute delle truppe americane. Ne furono prodotti circa un milione.

L’origine del nome

Il suo nome tecnico è poliammide 66 (PA66), un nome poco efficace per il lancio sul mercato. Dunque fu ribattezzato con il termine nylon che in realtà non ha alcun significato. Le prime tre lettere (n, y ed l) furono scelte a caso mentre il suffisso “on” fu scelto per l’assonanza con altri tessuti, come per esempio il cotone (cotton). 

Il nylon nella cultura popolare e come simbolo di pace

Il nylon ha lasciato una traccia nella vita quotidiana delle persone. Pensiamo all’utilizzo che se ne è fatto per le setole degli spazzolini da denti, per le calze da donna, i tappeti, le tende, le automobili, gli imballaggi. Ma con l’inizio della guerra la produzione fu interamente destinata alla realizzazione dei paracadute per le truppe, e la grande richiesta di calze divenne un inno alla pace, in opposizione al suo uso a scopo bellico. Otto giorni dopo la resa del Giappone la casa produttrice, la DuPont, annunciò che avrebbe ripreso a produrre calze. I quotidiani del tempo titolarono: Peace, It’s Here! Nylons on Sale!” (La pace è qui! Il nylon è in vendita!).

Un grave problema ecologico

Ma come tutti i prodotti, anche una calza di nylon, per quanto resistente e robusta, una volta usurata diventa un rifiuto da smaltire. Marco Gisotti, giornalista esperto di ambiente, nel podcast WikiRadio fa sapere che si stima si producano 4 mila tonnellate di nylon all’anno. Uno studio del 2019 condotto su 50 mammiferi marini spiaggiati sulle coste della Gran Bretagna ha rilevato che tutti avevano nell’apparato digerente microplastiche e il nylon era il più presente. Pensiamo alle reti da pesca che in passato venivano fatte con materiali biodegradabili e che ora possono restare intatte fino a 600 anni. Si stima che ci siano 640 mila tonnellate di reti da pesca abbandonate negli oceani, ovvero il 10% di tutti i rifiuti oceanici. Negli ultimi anni, grazie alle campagne ambientaliste e ad una sempre crescente sensibilità verso i temi ambientali, grandi griffe di moda hanno cominciato a riciclarlo e riutilizzarlo.

 

di Martina Bortolotti