La rivoluzione culturale della Comunità energetica di Napoli Est

La rivoluzione culturale della Comunità energetica di Napoli Est

Spazio Pubblico comincia oggi un viaggio attraverso le comunità energetiche d’Italia. Ogni martedì, per un mese, daremo uno sguardo alle esperienze più innovative e originali di sostenibilità ambientale. Oggi conosceremo la Comunità energetica di Napoli Est.

La rivoluzione culturale della Comunità energetica di Napoli Est

Quaranta famiglie coinvolte, 300 mila euro risparmiati nei prossimi 25 anni

Una vera e propria rivoluzione culturale quella che è avvenuta con la Comunità di Napoli Est: la prima comunità energetica e solidale del Paese, sorta nel quartiere di San Giovanni a Teduccio, nella periferia est della città, nella primavera del 2021. Un progetto che ha coinvolto quaranta famiglie con disagi sociali che godranno dei benefici di questo nuovo sistema virtuoso.

A servizio della comunità energetica un impianto solare fotovoltaico da 53 kW realizzato sulla copertura dell’edificio dove ha sede la Fondazione Famiglia di Maria, in grado di produrre circa 65 mila kWh/a di energia elettrica, in parte consumata dalla struttura stessa, che accoglie bambini e giovani cresciuti in ambienti difficili e tolti dalla strada, e in parte condivisa con le quaranta famiglie coinvolte.

Cruciale è stato il coinvolgimento dei tre soggetti promotori: la Fondazione Famiglia di Maria, che ha curato soprattutto l’aspetto solidale coinvolgendo le famiglie bisognose, la Fondazione Con il Sud, che ha finanziato interamente il progetto costato 100 mila euro, e Legambiente, che ha messo in piedi una campagna di sensibilizzazione sui temi della sostenibilità ambientale e della legalità in un quartiere in cui, tra l’altro, il fenomeno dell’abusivismo energetico è ben radicato. Attraverso l’educazione energetica queste famiglie imparano a risparmiare e recupereranno risorse dalla vendita di energia. Si stima che il risparmio sarà di circa 300 mila euro nei prossimi 25 anni.

“Essere riusciti ad avviare una comunità energetica su questo territorio significa aver fatto una vera e propria rivoluzione gentile. Così l’ha definita Anna Riccardi, Presidente della Fondazione Famiglia di Maria. “Siamo stati persino citati dal New York Times come grande esperienza di costruzione dal basso”. Ma ancora più importante dell’orgoglio di aver restituito dignità al territorio è l’impatto sociale che la realizzazione della comunità energetica ha avuto sulle famiglie coinvolte. “Non ho la presunzione di credere di aver cambiato la vita di queste famiglie, ma sicuramente l’abbiamo arricchita. Abbiamo permesso loro di scrollarsi di dosso l’etichetta di persone sfortunate che vivono in un quartiere caratterizzato solo da dispersione scolastica e criminalità. Da oggi, invece, siamo anche il quartiere che ha fatto la prima comunità energetica solidale. E le persone passano per il quartiere per vedere cosa abbiamo realizzato”.

Mariateresa Imparato, Presidente di Legambiente Campania, ci ha raccontato il percorso di sensibilizzazione intrapreso con le famiglie della comunità: ​​”Abbiamo attivato da subito un percorso di educazione energetica con i bambini, facendo anche delle visite in luoghi che parlano di rigenerazione urbana, e coinvolgendoli in una recita che raccontasse del caro bollette e della crisi climatica. Abbiamo avuto anche la bellissima soddisfazione di Gennaro Dragone, un bambino di 11 anni nominato alfiere della Repubblica come portavoce della comunità energetica. Ancora più avvincente è stato il percorso con le mamme, che all’inizio erano diffidenti. In principio si sono convinte solo per il lato economico di risparmio sulle bollette. Adesso c’è anche consapevolezza sull’importanza dei temi ambientali. Gli abbiamo insegnato a leggere le bollette, ad assumere atteggiamenti sostenibili che incidono sui costi ma anche sull’ambiente”.

Il successo della comunità è stato tale che la Fondazione Con il Sud ha deciso di riproporre il modello istituendo un bando rivolto alle regioni meridionali (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna) per avviare nuove comunità energetiche solidali. “Contiamo di finanziarne una decina a fondo perduto – ci ha spiegato Valerio Cutolo di Fondazione Con il Sud -. Abbiamo a disposizione un milione e mezzo ed ogni comunità potrà chiedere fino a 150 mila euro”. 

Lo sappiamo, la pandemia ha aggravato la situazione economica già fragile di molte famiglie, e il conflitto bellico sta generando un serio aumento del costo dell’energia, del gas e dei consumi in genere. Mai come in questa fase, dunque, i benefici delle comunità energetiche non sono solo quelli di favorire i processi di transizione ecologica – estremamente importanti – ma anche di ridurre la povertà energetica in cui vivono le persone che si trovano in situazioni di grave difficoltà economica e sociale. E allora sì che l’esperienza della Comunità energetica e solidale di Napoli Est può essere piacevolmente definita una vera e propria costruzione dal basso, una “rivoluzione gentile”.

 

di Martina Bortolotti