Catania, arrivano 13 milioni per ricostruire l’impianto di rifiuti distrutto da un incendio

Catania, arrivano 13 milioni per ricostruire l’impianto di rifiuti distrutto da un incendio

Il 5 luglio 2021 un incendio ha distrutto l’impianto di rifiuti, di lavorazione della frazione secca, della Kalat srl, il Centro Integrato Impianti di proprietà dei quindici Comuni del Calatino Sud Simeto, in provincia di Catania. Quella notte, anche a causa del forte vento, le fiamme si sono diffuse dal piazzale di stoccaggio all’impianto, nonostante il tempestivo intervento delle squadre antincendio, coordinate dai vigili del fuoco. Salvo invece l’impianto di trattamento dell’umido che, dopo le necessarie verifiche ambientali, ha ripreso a funzionare dopo venti giorni. Un danno da oltre 6 milioni di euro e un impianto – l’unica piattaforma pubblica di selezione spinta in Sicilia – fermo da un anno e mezzo: 37 lavoratori in cassa integrazione e un costo ricaduto anche sui cittadini, dal momento che i materiali sono stati destinati ad impianti privati e le tariffe sono aumentate. Il 4 dicembre 2022, dopo 18 mesi di pressioni per accelerare il processo in Regione, è arrivato il decreto che stanzia 13 milioni di euro per la ricostruzione e l’ampliamento dell’impianto. 

Ancora in corso gli accertamenti sulla natura, probabilmente dolosa, dell’incendio. È stata avviata anche l’indagine in Commissione antimafia grazie all’interessamento della politica locale e dei parlamentari del territorio. Da subito l’intervento della Fp Cgil:Poche ore dopo l’incendio eravamo sul posto per verificare l’accaduto. Siamo stati sempre al fianco dei lavoratori, per garantire l’attivazione immediata della cassa integrazione e concordare con la società la parziale ricollocazione del personale, che poteva essere destinato all’interno del vicino impianto di compostaggio. C’è chi da un anno e mezzo vive con il 70% dello stipendio, e il 3 luglio 2023 scadrà la cassa straordinaria: abbiamo chiesto garanzie ulteriori per coprire il periodo di ricostruzione e prevedere il progressivo reintegro del personale quando, a lavori avviati, parte degli impianti torneranno attivi. Lavoriamo non solo per il reintegro, ma date le prospettive di ampliamento, sarà possibile stabilizzare anche i lavoratori a tempo determinato e assumere nuovo personale. Una vertenza difficile che ha visto al nostro fianco la Cgil regionale, con il segretario Gaetano Agliozzo e la delegata all’igiene ambientale Monica Genovese, e un’interlocuzione positiva con la società, con cui abbiamo condiviso gli stessi obiettivi, per garantire i livelli occupazionali e far ripartire l’impianto pubblico”, ricordano Vincenzo Maggiore e Giacomo Balata, segretario generale e responsabile igiene ambientale della Fp Cgil di Caltagirone.

“Per arrivare al completamento dei lavori occorreranno tra i 18 e i 24 mesi. L’impianto sarà ricostruito secondo gli standard richiesti da Corepla (Consorzio nazionale per la raccolta, riciclo e recupero degli imballaggi in plastica): stimiamo che con la ripartenza si torni a trattare 20 mila tonnellate l’anno, come in precedenza, e subito dopo chiederemo l’autorizzazione per aumentare la capacità di trattamento fino a 30 mila di materiale, principalmente plastico, che comporterà il raddoppio del numero di unità per l’impianto”, ha precisato Vincenzo Ciffo, Amministratore unico della Kalat impianti srl.

La natura pubblica dell’impianto ha consentito nel tempo un ruolo di calmiere delle tariffe regionali sui rifiuti: “Nella strategia regionale degli ultimi vent’anni in tema di differenziazione, la Kalat impianti è stata un punto di riferimento importante sia per il trattamento del secco che dell’umido. Sino allo scorso anno anche i Comuni esterni conferivano l’umido a 95 euro a tonnellata a fronte dei 140-180 euro dei privati”, ha aggiunto Ciffo. In previsione anche un ulteriore finanziamento da 18 milioni di euro per ampliare e ammodernare l’impianto di compostaggio, che arriverebbe a servire tre province (Ragusa, Siracusa e Catania) , passando a trattare da 27 a 50 mila tonnellate l’anno. 

Occupazione di qualità, regolare applicazione dei contratti, natura pubblica dell’impianto: a vantaggio di cittadini e lavoratori, lo sforzo comune di tutte le parti coinvolte è quello di superare lo stop attuale e rilanciare presto un impianto che arriverà a servire un’area ancora più vasta, equilibrando e sottraendo ai privati il trattamento dei rifiuti, trattando numeri consistenti di materiale destinato al riciclo e consentendo un passo avanti nell’attuazione di una vera economia circolare nella regione. 

 

di Chiara Pinzuti